Il dramma della compagna di Matteo: “L’hanno ucciso. Ho detto a mia figlia che non vedrà più papà”

 

A circa 24 ore dalla tragica morte dei tre vigili del fuoco ad Alessandria continuano a esserci dubbi e poca chiarezza su quanto accaduto.

Per l’esplosione della cascina abbandonata ora si sta valutando anche un’altra ipotesi: i dissidi tra il proprietario dell’abitazione e il figlio. Intanto la procura ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per omicidio plurimo e crollo doloso. Rimane ancora tanta rabbia per quella maledetta trappola, tra inneschi, bombole, timer e audio choc: questa serie di elementi a disposizione fa pensare che “l’esplosione sia stata voluta e deliberatamente determinata”.

Il ricordo
L’edizione odierna del Corriere della Sera riporta alcune dichiarazioni rilasciate sulle tre vittime. Tra queste Antonio Candido, 31enne di Alessandria: il primo comando di assegnazione è stato Savona, poi si è trasferito a gennaio del 2018 al comando di Alessandria. A settembre dello scorso anno si era sposato con Elena Barreca. Vigile del fuoco effettivo proprio come suo padre Angelo, capo reparto dei pompieri in servizio al distaccamento aeroportuale di Reggio Calabria. Lo scorso giugno sui propri profili social aveva condiviso un messaggio per commemorare un suo collega scomparso: “Ci ha lasciato nell’adempimento del dovere. Quanto vale la vita di un vigile del fuoco?”.

Marco Triches era nato il 10 agosto 1981, coniugato, con un figlio. Aveva partecipato alla squadra di soccorso in occasione del terremoto nell’Italia centrale del 2916, recandosi qui diverse volte per prestare aiuto. “Pescara e Arquata del Tronto. Noi siamo ancora qua. Il pensiero va a tutte quelle persone che hanno perso qualcuno o qualcosa”, aveva scritto a riguardo. Chi lo conosceva ha un ottimo ricordo di lui: “Generoso e di cuore, pensava sempre prima agli altri ed era sempre in prima linea quando c’era da intervenire”. Dopo aver frequentato il 179esimo corso ausiliari nel 2001, si era appassionato della topografia applicata al soccorso. Era poi diventato un esperto del Laboratorio Autoprotettori\Autorespiratori e delle attrezzature di autoprotezione.

Matteo Gastaldo, 47 anni, vigile del fuoco esperto con Sc, lascia la compagna e una figlia. Aveva ricevuto un elogio a firma del Capo del Corpo per aver partecipato al salvataggio della donna caduta in un pozzo a Novi Ligure. Ma non solo: anche un compiacimento da parte dell’allora Comandate di Cratere per aver a lungo lavorato per la messa in sicurezza della facciata della Basilica di Norcia. La compagna Elisa Borghello ha raccontato: “Orgoglioso del proprio lavoro e fiero di appartenere al corpo dei vigili del fuoco. Matteo per tutti i suoi amici era un eroe, una divisa parte di lui. Così come la sua famiglia”. Lunedì sera aveva salutato lei e la piccola prima di andare al lavoro: “Ci ha baciate e con il sorriso sulle labbra ci ha assicurato ci saremmo rivisti al mattino, a fine turno. Ho dovuto dire a mia figlia che il papà era morto”.

 

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