Il disastro di Bellanova, ora i clandestini assaltano le coste e “minacciano”: “Ci dovete regolarizzare tutti” (Video)

Se qualcuno nutriva ancora dei dubbi sul fatto che la sanatoria Bellanova sull’immigrazione avrebbe costituito un potentissimo pull factor capace di attrarre in Italia altre migliaia di immigrati, potrà facilmente ricredersi ascoltando le testimonianze raccolte fra gli immigrati tunisini protagonisti del maxi-sbarco avvenuto ieri ad Agrigento.

«Siamo venuti per lavorare, per cercare lavoro», dichiarano ai microfoni di AgrigentoNotizie, «Per migliorare la vita, per sistemarsi, perché in Italia c’è possibilità di fare tutto questo». Nonostante l’emergenza sanitaria e la gravissima crisi economica che ha visto l’aumento di circa un milione di poveri tra i nostri connazionali durante i mesi del lockdown, permane quindi la narrazione dell’Italia vista come Paese del bengodi, the land of opportunities europea. E che che cosa vorrebbero fare i clandestini sbarcati a a Palma di Montechiaro? «Lavorare nei campi, raccogliere pomodori, lavorare in campagna». Vi suona famigliare? I tunisini lo dicono chiaramente: «Spero di poter essere regolarizzato, prima non ne avevo la possibilità, magari adesso sì», spiega probabilmente alludendo alla sanatoria contenuta nel dl Rilancio. «Vogliamo migliorare la nostra vita, in Italia grazie a Dio si può vivere meglio».

Per entrambi gli intervistati non si tratta della prima volta in Italia. «Sono stato quasi dieci anni qui – dice ad AgrigentoNotizie uno dei due tunisini – ho fatto l’autista, il meccanico, ho lavorato in un auto lavaggio. Adesso, spero di riuscire a fare i documenti per lavorare». Uno dei due «migranti economici» prova anche a ricostruire il viaggio del gruppo (giunto nella costa Agrigentina. «Siamo arrivati in barca, clandestinamente, siamo stati in mare tre notti, siamo partiti da Monastir l’altro ieri. Io e un mio amico – ha aggiunto – per il viaggio abbiamo pagato sette milioni di dinari, che sarebbero circa 1.500 euro».

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