Il dibattito choc dei radical chic: “Si può fare figli con i leghisti?”

“Si può fare un figlio con un leghista?”. Il dibattito è surreale.

Eppure ha trovato spazio tra le pagine di Internazionale, intervista radical chic che racconta il mondo attraverso inchieste, reportage e opinioni tratte gli articoli delle più grandi testate internazionali. A sollevarlo è stata una lettrice, mentre ad approfondirlo c ha pensato il direttore della rivista Giovanni De Mauro (leggi qui).

“Sono una vostra lettrice e trovo i vostri articoli sempre molto illuminanti”, scrive la donna che si firma solo con le iniziali: M.S. A Internazionale si rivolge per chiedere “un’illuminazione” che non è passata affatto inosservata. Tanto che Libero ha subito ripreso la notizia per sottolinearne l’assurdità del dibattito. Ma veniamo al punto centrale del “problema” posto dalla lettrice della rivista: “Il mio compagno e io stiamo insieme da sei anni. È raro che parliamo di attualità ma quando capita insorgono terribili discussioni, sul tema dei migranti poi è come parlare con Salvini! Il suo pensiero è povero, pieno di luoghi comuni e disinformazione. Sono terrorizzata. Non si informa, non legge i giornali, ma pretende di giudicare! Aspettiamo un figlio e sono preoccupata all’idea di doverlo crescere con un papà becero”.

Ricapitolando: la lettrice ha paura ad avere un figlio dal compagno perché questo parla e pensa come Matteo Salvini. Teme, pertanto, che il pargolo possa crescere male se tirato su da “un papà becero”. La lettera non è stata cestinata. Non solo è stata pubblicata, ma il direttore di Internazionale ha pure dato corda alle “paure” della donna. “Seminare l’odio e la discordia è, da sempre, uno dei modi per mantenere il potere e per controllare popoli e paesi – scrive De Mauro – divide et impera: politici come Matteo Salvini devono il loro successo a questa strategia. Le divisioni attraversano tutta una società, gli spazi pubblici, i luoghi di lavoro, sono spaccature che arrivano fin dentro le case, e spezzano – o rischiano di spezzare – legami anche forti”. Quindi, apre a tutti i lettori della rivista il dibattito spiegando che la questione posta da M.S. è “importante” e che “la risposta non è semplice”. “Se la spinta che avvertiamo è alla discordia, forse dovremmo rispondere cercando la concordia – argomenta – ma fin dove si può arrivare per ricomporre una frattura? Lei dovrebbe accettare il suo compagno e le sue opinioni? Oppure, al contrario, cercare di fargli cambiare idea e se necessario entrare in conflitto con lui? La separazione può essere un’opzione?”.

Non ne vengono a capo. Certo è che per i progressisti l’idea di poter avere un figlio con un “becero” che “parla come Salvini” è quanto di più drammartico ci possa essere al mondo. “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme”, spiega addirittura De Mauro andando persino a scomodare Italo Calvino. Quindi il consiglio finale per non soffrire: o “accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più” oppure “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. Surreale, appunto.