“Il cibo italiano fa male”: arriva un altro euro schiaffo
La dieta più sana secondo l’Unione europea: Coca cola e Red Bull. Purché siano light o senza zucchero. Vade retro parmigiano, grana padano, prosciutto San Daniele, pecorino e, ovviamente, la Nutella.
Piano pure con il gorgonzola. Tutti cibi da tempo finiti nel tritacarne prima del «semaforo nutrizionale» inventato nel Regno Unito e, dal 2018, in una sua evoluzione spinta soprattutto dai francesi: il sistema nutri-score.
Si tratta di un’etichettatura stampata sul fronte della confezione che semplifica il giudizio su ogni alimento assegnandogli un colore e una lettera sulla scala: verde (A), verdino (B), giallo (C), arancio (D), rosso arancio (E). Verde indica maggior contenuto di nutrienti giudicati positivamente: fibre, proteine, frutta, verdura, leguminose e oleaginose. Il rosso è l’allarme per nutrienti da limitare: calorie, grassi saturi, zuccheri e sale. Il problema è che così si crea un pregiudizio sul cibo a prescindere dalla quantità consumata e da come è inserito nel contesto di una dieta. Il risultato è che la Coca cola light è verdina e lo speck rosso fuoco. Cosa che avrebbe senso se si consumassero interi pasti fatti esclusivamente di speck. Così concepito, il sistema è un siluro contro la collaudata dieta mediterranea che mescola sapientemente le materie prime tipicamente made in Italy, grande risorsa per l’export italiano.
Ma mentre l’Unione europea aveva addirittura avviato una procedura di infrazione contro il sistema a semaforo degli inglesi, quello francese, adottato furbescamente come sperimentale, non ha suscitato le ire dell’Ue. Al contrario: la Dg Sante (ovvero la direzione generale Salute e sicurezza del cibo), poco prima che la Commissione Juncker lasciasse il posto, ha prodotto un’analisi riservata che valuta positivamente i sistemi a colori per i cibi. Non è ancora un endorsement per il sistema francese, che nel frattempo ha preso piede anche in altri Paesi, vedi Spagna e Belgio. Ma di certo è la base per una futura legislazione europea che, a fronte del fatto che il sistema sta facendo proseliti in diversi Paesi dell’Unione, potrebbe raccomandarne l’adozione a tutta l’Ue pur di armonizzare le etichette.
Il documento preoccupa talmente la Lega che Matteo Salvini ha denunciato il rischio a Porta a porta: «C’è un’altra trattativa tenuta nascosta a Bruxelles, quella sul bollino sugli alimenti con semaforo rosso, giallo o verde. Alimenti come l’olio di oliva o il prosciutto San Daniele o il pecorino romano avrebbero il semaforo rosso. È un paper segreto. È una boiata pazzesca». Nulla è deciso e il governo italiano sta presentando un sistema alternativo di classificazione, ma potrebbe comunque essere tardi: il sistema dei colori banalizza la questione e proprio per questo è efficace nella comunicazione. A essere preoccupato non è il solo Salvini.
«Si rischia di sostenere, con la semplificazione, modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo non solo la salute dei cittadini ma anche il sistema produttivo di qualità del made in Italy», dice il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. E per Federalimentare «nutri-score è peggio dei dazi».