I migranti infettano gli agenti. E adesso a Treviso è il caos

 

L‘ex Caserma Serena di Treviso è attualmente il più grande focolaio attivo di Covid in Italia e non sembra fermarsi la catena di contagi legata a questo centro per migranti.

Oltre agli ospiti e agli operatori della struttura, in queste ore è emersa la positività di un poliziotto. L’agente è entrato in contatto con i migranti del centro per sedare una rivolta insieme a due suoi colleghi, che si trovano attualmente in isolamento fiduciario.

Lo scorso sabato, dall’ex Caserma Serena era arrivata una richiesta alla Questura di Treviso per un intervento all’interno del centro migranti, dove si era scatenata una rivolta. Gli ospiti si erano ribellati alla possibile decisione da parte del sindaco di trattare la caserma come se fosse una zona rossa. Una misura tale da impedire qualunque scambio con l’esterno per limitare la diffusione del Covid. L’idea di dover ancora sottostare al regime di quarantena aveva causato l’escandescenza di alcuni migranti, che avevano assaltato l’infermieria della struttura. A quel punto sono intervenuti i tre agenti della Questura di Treviso, che hanno tratto in arresto un 26enne del Gambia. L’uomo, dopo aver distrutto alcune attrezzature presenti all’interno dell’infermieria, aveva prima aggredito uno dei medici e poi minacciato gli agenti con una spranga di ferro.

Dopo pochi giorni da quell’episodio, uno dei tre poliziotti ha manifestato i sintomi tipici del contagio da Covid-19 e il tampone ha dato esito positivo. A quel punto è stata immediata la richiesta di tamponi anche per i suoi colleghi. Per loro, il primo test ha dato esito negativo ma quello successivo ha sovvertito il risultato. Ora sono in attesa dell’esito del terzo tampone ma intanto per loro è stata disposta la quarantena fiduciaria. L’ex Caserma Serena torna così al centro della cronaca dopo l’aumento esponenziale dei casi in una settimana, che hanno superato quota 250.
La gestione dell’emergenza nel centro migranti è posta sotto la lente di ingrandimento a causa di un possibile mancato rispetto delle norme previste contro la diffusione dell’epidemia. Pare che all’interno dell’ex Caserma Serena non siano stati divisi gli ospiti positivi da quelli negativi e questo avrebbe favorito l’esplosione dei casi, facendo dell’ex caserma il focolaio più grande del Paese. Come riferisce il Gazzettino di Treviso, la Procura ha ora aperto un fascicolo per capire se il contagio del poliziotto, e quello da confermare dei suoi colleghi, possa essere riconducibile direttamente al suo intervento all’interno del centro di accoglienza.

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