“Ho fatto esplodere la cascina per avere premio assicurativo”

Svolta nel caso della cascina esplosa a Quargnento, in provincia di Alessandria, che ha provocato la morte di tre vigili del fuoco.

Nella notte il proprietario è stato convocato in caserma: dopo un lungo interrogatorio di 10 ore è scattato il fermo. Ad assisterlo l’avvocato d’ufficio Laura Mazzolini, che inizialmente aveva affermato: “Ho assistito al colloquio e non posso dire nulla”. Questa mattina, sabato 8 novembre, è arrivata la notizia della confessione: ad annunciarlo è stato il procuratore Capo di Alessandria Enrico Cieri nel corso della conferenza stampa. La confessione di Giovanni Vincenti è stata “esaustiva pienamente, dando pieni riscontri a elementi acquisiti durante la perquisizione”. Cieri ha ribadito sottolineando: “Ha agito per danneggiare le cose ma ha escluso la volontà omicida”.

Il movente
Il movente che ha spinto il proprietario a far saltare in aria l’edificio sarebbe di tipo economico: lui e la moglie, anche lei indagata a piede libero, erano fortemente indebitati e lo scorso agosto l’assicurazione dell’edificio era stata estesa al fatto doloso. Il massimale era di un milione e mezzo di euro. L’azione portata a termine era infatti “volta a conseguire il premio dell’assicurazione stipulata lo scorso agosto anche per fatto doloso”.

Una prova schiacciante è stato il ritrovamento – nella camera da letto – di un foglietto relativo al funzionamento del timer che ha innescato l’esplosione: secondo le dichiarazioni di Vincenti le bombole dovrebbero essere sette, “collocate nei vari locali dell’abitazione, aperte perché saturassero gli ambienti e provocassero l’esplosione all’1.30 della notte. Finora ne sono state trovate tre”. Il procuratore Cieri ha infine spiegato la dinamica dell’accaduto: “Il timer era stato settato all’1.30, ma erroneamente un altro timer era stato settato a mezzanotte. Quindi accidentalmente c’è stata una prima piccola esplosione che ha allertato i vigili del fuoco che poi si sono recati sul posto con i carabinieri”.