Gup accoglie la richiesta della Procura di Roma: il caso Regeni verrà affidato alla Corte costituzionale

 

Il caso di Giulio Regeni, il giovane ricercatore torturato e ucciso dagli agenti della National Security egiziani, è passato nelle mani della Consulta.

Il caso Regeni passerà alla Consulta

La Corte costituzionale deciderà se il processo potrà proseguire anche se gli imputati non saranno presenti in aula. I giudici dovranno stabilire se la legge che impedisce di arrivare a una sentenza è da considerarsi legittima.

Il legale della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, ha spiegato che la questione non riguarda solo la famiglia del ragazzo, ma tutta la nazione. L’avvocato ha, infatti, detto: “Non è una storia di famiglia ma è una storia che riguarda la dignità di questo Paese e la sicurezza di tutti i cittadini nel mondo”.

I limiti dell’articolo 420 bis

Al momento gli imputati sono liberi di vivere la propria vita. Uno di essi, Husam Helmi, partecipa alle conferenze pubbliche nella facoltà di giurisprudenza dell’università ‘Ayn Shams, al Cairo.

L’Egitto si è rifiutato finora di notificare gli atti nei confronti dei quattro imputati. In base all’articolo 420 bis del codice penale, il processo in Italia non può proseguire.

Per uscire da questo impasse è necessario eliminare questo limite legislativo. A tal fine il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco e il procuratore Francesco Lo Voi hanno chiesto al giudice di far analizzare il caso alla Consulta poiché la norma viola 7 articoli della Carta costituzionale.

La decisione è nelle mani della Corte costituzionale

L’articolo 420 bis va contro alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e alle convenzioni Onu in materia di terrorismo, corruzione e criminalità organizzata. La norma è contraria anche alle convenzioni della Nato, alla Dichiarazione sui principi fondamentali di giustizia in favore delle vittime della criminalità e degli abusi di potere.

Nel caso in cui la Corte costituzionale lasciasse invariato l’articolo 420 bis il caso Regeni rischierebbe di non vedere mai una conclusione. Se invece i giudici decideranno di accogliere le motivazioni della Procura di Roma potrà proseguire e potrà essere fatta giustizia per Giulio Regeni e la sua famiglia.