Guerra Ucraina-Russia, droni russi abbatuti in Polonia: Tusk invoca l’articolo 4 della Nato, Mattarella richiama al 1914

Nella notte tra l’10 e l’11 settembre, lo spazio aereo della Polonia è stato violato da almeno 25 droni, tra cui modelli Shahed e Gerbera, provenienti dalla Bielorussia e attribuiti alla Russia. L’attacco ha causato danni materiali e un forte stato di panico tra i civili, culminato con la distruzione di un’abitazione nel villaggio di Wyryki, nella regione di Lublino. L’incidente ha suscitato reazioni immediate e allarmate da parte delle autorità polacche e internazionali, alimentando i timori di un’escalation del conflitto in Europa.

Reazioni ufficiali e misure di sicurezza

Il governo di Varsavia ha definito l’accaduto un «atto di aggressione senza precedenti» e ha attivato l’articolo 4 del Trattato NATO, che prevede consultazioni urgenti tra gli alleati in presenza di minacce alla sicurezza di uno Stato membro. Il premier polacco Donald Tusk ha annunciato che la Polonia ha richiesto la convocazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, segno della gravità della situazione. Tusk ha inoltre dichiarato davanti al Parlamento: «Non siamo mai stati così vicini a un conflitto diretto».

La posizione di Mosca e le accuse

Il ministero della Difesa russo ha respinto le accuse, sostenendo che i droni avrebbero colpito esclusivamente obiettivi militari in Ucraina occidentale e che la gittata dei velivoli non supererebbe i 700 chilometri. L’incaricato d’affari russo in Polonia, Andrei Ordash, ha negato ogni responsabilità e si è detto disponibile a un dialogo con Varsavia, cercando di ridimensionare la portata dell’incidente.

Reazioni internazionali e preoccupazioni crescenti

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito l’incursione un «precedente estremamente pericoloso per l’Europa» e ha chiesto una risposta rapida dell’Alleanza Atlantica. Da Roma, la premier Giorgia Meloni ha condannato la «violazione inaccettabile dello spazio aereo NATO», mentre il presidente Sergio Mattarella ha richiamato alla prudenza, ricordando le tensioni che portarono allo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914. Anche il Giappone ha espresso «profonda preoccupazione» e si è detto pronto a collaborare con i partner europei.

Il fronte del conflitto e l’uso dei droni

Nel frattempo, la guerra tra Russia e Ucraina prosegue con intensità. A Sumy, nel nord-est dell’Ucraina, un istituto scolastico è stato colpito da esplosioni attribuite a droni russi, mentre il ministero della Difesa russo ha annunciato l’abbattimento di 17 droni ucraini sopra diverse regioni del Paese. Questi attacchi dimostrano come i droni siano diventati strumenti chiave nel conflitto, capaci di colpire infrastrutture civili e militari e di mettere alla prova i sistemi di difesa.

Un’Europa in bilico tra difesa e diplomazia

L’apertura degli aeroporti di Varsavia, Modlin e Rzeszow ha segnato un ritorno alla normalità, ma l’incidente alimenta i timori di un’escalation che potrebbe trascinare l’intera Europa in un conflitto più ampio. Varsavia insiste sulla necessità di una risposta coordinata tra gli alleati, mentre cresce la pressione sugli Stati Uniti e sui paesi europei per rafforzare le difese aeree e sostenere maggiormente l’Ucraina. La situazione resta altamente volatile, e il rischio di un confronto diretto tra NATO e Russia si fa sempre più concreto, mettendo alla prova la stabilità del continente e la tenuta delle alleanze internazionali.

Resta alta la tensione in un’Europa che si trova a un bivio tra diplomazia e conflitto aperto, con le implicazioni di questa crisi che potrebbero avere ripercussioni durature nel panorama geopolitico globale.