Guerra in Ucraina, Zelensky: “Attaccandoci, i russi si autodistruggeranno e torneranno ai malvagi anni ‘90”

Guerra in Ucraina: il presidente Volodymyr Zelensky ha rilasciato alcune dichiarazioni sul futuro che attende la società russa dopo il conflitto.

In seguito al discorso alla Nazione pronunciato dal presidente russo Vladimir Putin, il leader del Cremlino ha avuto un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron.

Intanto, un nuovo attacco missilistico ha distrutto alcune caserme dell’esercito ucraino situate nella città meridionale di Mykolaiv, provocando la morte di almeno 45 persone.

Guerra in Ucraina, Zelensky: “Sono fiducioso che i russi di autodistruggeranno”
Il presidente Volodymyr Zelensky è intervenuto sulla guerra in Ucraina, postando sul suo canale Telegram ufficiale il seguente messaggio: “Sono fiducioso che, attaccandoci, i russi distruggeranno tutto ciò che la loro società ha realizzato negli ultimi 25 anni.

E torneranno da dove una volta hanno cominciato a sorgere, come si suol dire, ai ‘malvagi anni ’90’. Ma senza libertà”.

Negoziati Mosca-Kiev, Podolyak: “Trattative in stallo”
Il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky e capo della delegazione ucraina, Mykhailo Podolyak, si è espresso in merito all’andamento dei negoziati tra Moska e Kiev.

Nello specifico, Podolyak ha condiviso un post sul suo account Twitter ufficiale con il quale ha spiegato: “Per quanto riguarda lo stato dei negoziati, le dichiarazioni della parte russa sono solo loro richieste.

Tutte queste dichiarazioni sono volte, tra le altre cose, a creare pressione nei media. La nostra posizione rimane invariata: cessate il fuoco, ritiro completo delle truppe e severe garanzie di sicurezza con formule ben specifiche”.

Guerra in Ucraina, colloquio Putin-Macron: “Kiev responsabile di crimini di guerra”
Nel pomeriggio di venerdì 18 marzo, il presidente Emmanuel Macron e il presidente russo Vladimir Putin hanno avuto un nuovo confronto telefonico incentrato sulla guerra in Ucraina che ha avuto una durata di circa un’ora e dieci minuti. Secondo quanto rivelato dal Cremlino, pare che i due leader abbiano riassunto ed esaminato l’andamento dei negoziati tra Mosca e Kiev.

Inoltre, in relazione a quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, nel corso del colloquio telefonico, il presidente Putin avrebbe ribadito al suo omologo francese che a macchiarsi di atroci “crimini di guerra” siano “le truppe e i nazionalisti ucraini”.

Putin avrebbe anche sottolineato che le truppe inviate da Mosca stanno facendo “tutto il possibile per non colpire i civili ucraini, anche creando corridoi umanitari per la loro evacuazione”.

L’Eliseo, invece, ha riferito che durante il colloquio il presidente Macron “è tornato sull’aggravarsi della situazione in Ucraina, i continui bombardamenti contro civili e il mancato rispetto del diritto umanitario, mentre i negoziati fra le delegazioni russa e ucraina non hanno per il momento registrato passi avanti”.

Fonti vicine alla presidenza francese, poi, hanno precisato che Macron ha espresso al leader del Cremlino “la sua estrema preoccupazione per Mariupol, ed ha di nuovo chiesto con fermezza il rispetto immediato di un cessate il fuoco”.

Bombardamento a Mykolaiv, colpita una casera: almerno 45 morti
Nel tardo pomeriggio di venerdì 18 marzo, un nuovo raid russo si è abbattuto sulla città di Mykolaiv, situata nella zona meridionale dell’Ucraina. I missili si sono abbattuti su alcune caserme utilizzate dall’esercito ucraino e, secondo quanto riferito dall’emittente britannica BBC, hanno provocato la morte di almeno 45 persone.

Sempre la BBC, inoltre, ha anche spiegato che le caserme colpite dalle truppe russe erano destinate all’addestramento dei soldati locali nelle città in cui si sarebbe fermata un’importante offensiva lungo la costa del Mar Nero. A questo proposito, infatti, l’emittente britannica ha sottolineato che i bombardamenti si sono intensificati dopo che l’esercito russo è stato costretto a battere velocemente in ritirata.

Lapide di Putin apparsa a Zaporizhia: “Il mondo lo vuole morto”
Nel frattempo, nella città di Zaporizhia, nel 22esimo giorno della guerra in Ucraina, è comparsa una lapida intitolata a Vladimir Putin. La lapide, apparsa a bordo strada, è stata piantata su una distesa di sassolini dipinti con i colori della bandiera ucraina. Le foto che ritraggono la pietra sepolcrale sono state diffuse da Ukrinform: le immagini mostrano che la data della “morte” del presidente russo riportata sulla lapide coincide con il 24 febbraio 2022, ossia il giorno in cui ha avuto inizio l’invasione russa dell’Ucraina.

In merito alla pietra sepolcrale, il capo dell’azienda che ha effettuato l’istallazione, ha dichiarato: “Il crollo della sua carriera politica come leader è arrivato il 24, quando la Russia ha attaccato l’intera Ucraina. Prima di allora, tutti avevano paura di lui e dopo il 24 è diventato un bastardo. Fisicamente è vivo ma è morto come leader politico: il mondo lo vuole morto”.

putin lapide

Guerra in Ucraina, colloquio telefonico Biden-Xi: “Abbiamo la responsabilità della pace mondiale”
Nel tardo pomeriggio di venerdì 18 marzo, si è conclusa dopo circa due ore la conversazione telefonica tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente della Cina Xi Jinping, incentrata sulla guerra in Ucraina e sulla posizione delle due Nazioni rispetto al conflitto.

A questo proposito, secondo quanto riferito dall’agenzia Xinhua, il leader cinese ha dichiarato: “Abbiamo la responsabilità della pace mondiale. Esorto tutte le parti coinvolte nella crisi in Ucraina a sostenere congiuntamente il dialogo e il negoziato tra Russia e Ucraina e trattare i risultati e la pace”. Il presidente Xi Jinping, poi, ha aggiunto: “Gli Stati Uniti e la Nato dovrebbero anche condurre un dialogo con la Russia per risolvere il nodo cruciale della crisi ucraina e risolvere i problemi della sicurezza sia della Russia che dell’Ucraina”.

Inoltre, la Cina ha accusato gli Stati Uniti di aver “giudicato male e interpretato male” le intenzioni strategiche di Pechino e ha osservato: “L’attuale situazione nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti è direttamente dovuta al fatto che alcune persone negli Stati Uniti non hanno messo in atto l’importante consenso raggiunto da noi due. Gli Stati Uniti hanno interpretato male e giudicato male le intenzioni strategiche della Cina“.

Cina, il nodo Taiwan
Nel corso del confronto USA-Cina, il presidente Xi Jinping ha anche inviato un duro monito al suo omologo americano rispetto a Taiwan, da sempre concepita come parte del territorio cinese, e all’ipotesi di “un impatto sovversivo sulle relazioni bilaterali”.

Il leader cinese, infatti, come citato dall’agenzia Zinhua, ha affermato: “Alcune persone negli Stati Uniti inviano segnali sbagliati alle forze dell’indipendenza di Taiwan, il che è molto pericoloso. Se la questione di Taiwan non sarà gestita adeguatamente avrà un impatto sovversivo sulle relazioni tra i due Paesi e spero che gli Stati Uniti presteranno sufficiente attenzione”.

Xi contro le sanzioni in Russia
Infine, il presidente cinese si è soffermato sulle sanzioni che l’Occidente ha imposto alla Russia. Mentre si pensa a come incrementare ed esasperare le misure, infatti, Xi Jinping ha evidenziato quanto segue: “Applicando le sanzioni a tutto tondo e in maniera indiscriminata, sono le persone comuni a soffrirne: se saranno ulteriormente potenziate, innescheranno anche gravi crisi nell’economia globale, nel commercio, nella finanza, nell’energia, nell’alimentazione e nella filiera industriale, peggiorando ulteriormente la già difficile economia mondiale e provocando perdite irreparabili – e ha concluso –. La Cina ha sempre sostenuto la pace e si è opposta alla guerra, che è una tradizione storica e culturale cinese: la priorità assoluta ora è continuare il dialogo e i negoziati, evitare vittime civili, prevenire crisi umanitarie e il cessate il fuoco e la fine della guerra in Ucraina. La soluzione a lungo termine risiede nel rispetto reciproco tra le maggiori potenze, nell’abbandono della mentalità da Guerra Fredda, nel non impegnarsi in scontri e nella costruzione graduale di un’architettura di sicurezza globale e regionale equilibrata”.