Green Pass, “Purtroppo dobbiamo farlo”: l’annuncio gela il sangue

La prima certezza: il 31 marzo prossimo terminerà lo stato di emergenza. L’ultima proroga, di due mesi, varata dal governo Draghi è stata possibile con un atto dell’esecutivo. Terminato il periodo massimo di 24 mesi (più la proroga di 60 giorni), serve ora una legge approvata dal Parlamento per allungare la durata dello stato eccezionale.

A oggi non c’è alcun elemento che possa spingere in questa direzione: i dati sono in netto miglioramento. E il governo ha fatto capire che si procederà velocemente verso il ritorno alla normalità. Con la fine dello stato di emergenza potrebbero essere riviste tutte le misure varate nei mesi scorsi (obbligo vaccinale e green pass rafforzato) la cui scadenza scavallerebbe il 31 marzo.

C’è un primo nodo da sciogliere: con lo stop allo stato di emergenza è possibile tenere in vita l’obbligo vaccinale per gli over 50 fino al 15 giugno? C’è chi in queste ore sta avanzando dubbi. Perché con la fine dell’emergenza verrebbe meno il presupposto giuridico per imporre l’obbligo della vaccinazione. L’obbligo per gli over 50 entra in vigore il 15 febbraio: chi non è in regola rischia la multa da 100 euro, la sospensione dal lavoro senza retribuzione e una sanzione ulteriore se obbligato al vaccino sul luogo di lavoro.

Anche i mancati controlli sono sanzionati. L’obbligo resterà fino al 15 giugno 2022: 75 giorni dopo la fine dello stato di emergenza. È possibile? Il quesito è stato oggetto di una valutazione da parte dell’Avvocatura dello Stato e dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi. Dalle anticipazioni pare che sia possibile per una ragione: l’obbligo ha una data di scadenza (il 15 giugno).

Qualora non fosse stato inserito un termine (per la fine dell’obbligo vaccinale) allora sarebbe stato collegato alla permanenza dello stato di emergenza. E poi non avrebbe senso cancellare una misura (l’obbligo vaccinale per gli over 50) appena 45 giorni dopo l’entrata in vigore (15 febbraio). Ed infine l’orientamento del governo è in ogni caso quello di non prorogare l’obbligo vaccinale per gli over 50 oltre il 15 giugno.

Al netto di un rimbalzo iniziale, non c’è stata la spinta attesa sulla campagna vaccinale. Con l’addio allo stato di emergenza, andranno via anche le norme sul lavoro agile, ovvero lo smart working e quelle in materia di sorveglianza sanitaria eccezionale. L’altro nodo da sciogliere, collegato alla fine dello stato di emergenza, è la validità del green pass base e rafforzato.

Il decreto approvato dal governo il 7 gennaio 2022, che ha introdotto il certificato nei negozi, chiarisce esplicitamente che la durata delle norme è valida fino al 31 marzo 2022. La data corrisponde con quella della fine dello stato d’emergenza. E in teoria oltre quella data il green pass non sarebbe più valido. L’orientamento dell’esecutivo sarebbe quello di mantenere in vita il pass vaccinale. Anche in questo caso si dovrà valutare la praticabilità giuridica di uno strumento che limita le libertà senza l’ombrello giuridico di uno stato eccezionale.

Le norme Ue sulla certificazione vaccinale potrebbero offrire un varco al governo. L’idea è di confermare l’obbligo per tutta l’estate. Con un paletto: sarà introdotta una versione meno restrittiva. Si ipotizza la conferma solo dell’obbligo del green pass base, eliminando quello rafforzato. Al momento sono solo ipotesi sul tavolo dell’esecutivo. «È un discorso prematuro», fa sapere un esponente dell’esecutivo. Altro tema al centro delle valutazioni in queste settimane è il trasferimento dei poteri in capo al generale Figliuolo. Si ragiona sulla struttura ordinaria che dovrà ereditare gran parte delle competenze (la campagna vaccinale) affidata dalla struttura di emergenza. Si profilerebbe una soluzione: affidare i poteri a un dipartimento della Protezione civile sotto il controllo di Figliuolo.