“Gli italiani sono inferiori”. Il ministro francese chiede scusa

La lezione francese sulla tolleranza e sull’accoglienza? Non è credibile. Questo lo sanno anche le pietre. Da ieri lo sa anche il responsabile transalpino degli Affari europei. Il segretario di Stato, Amelie De Montchalin, in visita a Napoli. Ha infatti dovuto chiedere scusa a una studentessa napoletana.

L’incontro a Napoli
Ecco i fatti. Durante un incontro a Napoli con i ragazzi dell’Istituto Grenoble, è intervenuta una studentessa. La giovane Anna Napolitano ha raccontato alla De Montchain la sua esperienza disastrosa. «Sono stata in Francia, a Colombe, vicino a Parigi, per uno scambio culturale ma i miei coetanei ci hanno sottoposto a discorsi molto discriminanti nei nostri confronti: dicevano che erano superiori. Non abbiamo avvertito un senso di fraternità europea. Ho avuto la netta sensazione che non esiste un senso di affetto tra i due Paesi almeno tra i giovani».

L’imbarazzo del ministro francese
Inevitabile l’imbarazzo del ministro francese e del suo omologo italiano, Enzo Amendola. La Francia di Macron, che dà patenti di democrazia e di accoglienza al governo italiano, svela un volto tetro intollerante. «Ti faccio le mie scuse – ha risposto la De Montchalin – quei ragazzi hanno perso una chance. L’Europa esiste e il fatto che alcuni francesi abbiano questi comportamenti vuol dire che dobbiamo fare un grande lavoro per debellare atteggiamenti discriminatori. Questo mostra anche come è fragile l’Europa. Abbiamo costruito tante cose insieme». Un Pardon che è sembrato più rituale che sostanziale.

La donna incinta morta al confine francese
Del resto, le misure discriminatorie della Francia sono diventate note. B.S., nigeriana di 31 anni, incinta, lo scorso anno è morta al confine francese. Non ha infatti ricevuto assistenza adeguata. I gendarmi transalpini l’hanno respinta senza alcuno scrupolo.

Il fatto è accaduto nel febbraio 2018, sulle Alpi di Bardonecchia, al confine francese. Incinta di poche settimane e con un grave linfoma, la donna era stata respinta alla frontiera dalle autorità francesi. Era poi stata soccorsa dai volontari italiani e ricoverata al Sant’Anna di Torino. In condizioni disperate, è stata tenuta in vita il più possibile in modo da poter portare avanti la gravidanza. Dopo il parto cesareo, è morta all’ospedale. Per lei nessun “pardon” dal governo francese.