“Giù i termosifoni”. Guerra ucraina e crisi energetica, la decisione dell’Italia

La crisi energetica spaventa l’Italia e nuove misure potrebbero essere prese dai Comuni. A dirlo è un articolo firmato da Repubblica che cita Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, nel dibattito innescato dall’invito del direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia Fatih Birol e di molti altri analisti che osservano con preoccupazione la crisi energetica legata dal conflitto in Ucraina. “Stiamo valutando se ridurre l’orario di accensione dei termosifoni o la temperatura massima nelle città italiane”.

 

“Come sindaci stiamo verificando anche le opzioni offerte dalle nuove tecnologie. Per risparmiare energia, in alcune città come la mia, dotate di regolatori di potenza, si potrebbe ridurre l’intensità dell’illuminazione pubblica in alcune ore della notte. Per quanto riguarda il riscaldamento dobbiamo invece comprendere quali margini di azione ci lascia la normativa dello Stato che regola temperature e orari”, conclude il presidente dei sindaci italiani.

centrale carbone civitavecchia
Non si prevedono differenze a seconda delle differenti aree geografiche, differenze che invece si concentrano sul periodo stagionale di accensione-spegnimento e sulle ore quotidiane di accensione. Insieme alla spesa elettrica e per il riscaldamento sale anche quello per la benzina. Nei soli primi due mesi del 2022 gli italiani hanno speso, per fare rifornimento, quasi 50 euro in più rispetto allo scorso anno (+22%).

roma illuminata notte

Nello specifico, scrive Adnkronos, chi guida una vettura alimentata a benzina dal primo gennaio al 28 febbraio ha speso, in media, circa 275 euro (erano 228 euro lo scorso anno), chi ha un diesel, sempre in media, 245 euro (erano 199 euro nel 2021). Nelle ultime settimane, visto il complicato scenario internazionale, il prezzo del carburante è salito alle stelle.

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Tanto che nei prossimi mesi, un automobilista italiano potrebbe arrivare a spendere, in un anno, oltre 1.750 euro per fare il pieno ad un’auto a benzina e più di 1.560 euro per una a diesel, vale a dire circa il 20% in più rispetto al 2021. Con prezzi così elevati, non sorprende vedere come molti italiani stiano cercando di fare economia provando ad usare meno il proprio veicolo.