Gemelle K, la verità choc dietro il messaggio

Negli angoli meno illuminati della cronaca, esistono vicende che sembrano dissolversi nel tempo, lentamente inghiottite dal silenzio, dalla polvere degli archivi e dalla memoria collettiva che, col passare degli anni, si lascia persuadere che tutto sia ormai stato detto, chiarito, deciso. Eppure, ci sono storie che non si arrendono all’oblio.

Tornano. A volte lo fanno con clamore, altre in modo sussurrato, insinuandosi nei corridoi delle procure, nei fascicoli dimenticati, nei laboratori in cui la scienza avanza anche quando nessuno guarda. È così che accade che un dettaglio un tempo giudicato marginale inizi a pulsare di nuovo, come un frammento che non ha mai smesso davvero di chiedere attenzione.Si avverte un movimento, quasi impercettibile, ma continuo.

Si rimettono mano agli incastri, alle linee spezzate, alle ricostruzioni che, nel loro apparente rigore, ora mostrano piccole fenditure. C’è chi parla sottovoce, chi rilegge le carte, chi ritorna su luoghi già attraversati anni prima con occhi nuovi. Alcune persone che parevano aver chiuso per sempre il proprio legame con una storia difficile da definire tornano, anche involontariamente, al centro di un vortice.

Altre, invece, vengono avvicinate per la prima volta, con domande che sembrano arrivare troppo tardi, ma che forse non sono mai state davvero poste. In parallelo, si amplia il gruppo di chi lavora lontano dalla visibilità mediaticaEsperti, analisti, magistrati, figure che con pazienza mettono insieme nuovi tasselli, incrociano date, riscrivono grafici, osservano materiale che credevano ormai esaurito. Ogni elemento viene rivisitato con lo sguardo di chi sa che anche l’infinitesimale può alterare la traiettoria complessiva. Si muove qualcosa nei dossier, nei laboratori, nei depositi giudiziari.

Attorno alle gemelle K   è venuta fuori una verità sconvolgente e si parla di un messaggio sconvolgente.

 

Il caso di Garlasco torna ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica con una nuova fase dell’inchiesta, che si riapre oggi attraverso l’incidente probatorio disposto dalla giudice Daniela Garlaschelli. Al centro delle attività vi è la valutazione della validità delle tracce biologiche rinvenute sotto le unghie di Chiara Poggi, per capire se, a diciotto anni di distanza, sia ancora possibile effettuarne una comparazione efficace con i profili genetici attuali.

Il nome più rilevante in questo momento è quello di Andrea Sempio, trentasettenne, attualmente sotto esame, ma l’attenzione investigativa potrebbe ampliarsi anche ad altri soggetti che frequentavano l’abitazione di via Pascoli. L’indagine, però, non si limita al solo materiale genetico: si stanno infatti approfondendo anche le impronte digitali e altri residui biologici che potrebbero essere rimasti su supporti precedentemente raccolti.

In questa fase entra in scena la genetista Denise Albani, a cui è stato conferito l’incarico dopo che il precedente consulente era stato ritenuto inopportuno per un’intervista rilasciata tempo addietro. La Albani dovrà esaminare i dati già acquisiti nel 2014 e rivalutarli alla luce delle più moderne metodologie.

A supporto delle indagini, la procura di Pavia ha rafforzato il proprio pool con l’ingresso di un ulteriore magistrato, segno della volontà di condurre l’attività in maniera quanto più approfondita e trasparente. Intanto, riflettori puntati anche su Paola e Stefania Cappa, le cosiddette “gemelle K”, che pur non essendo coinvolte formalmente nel procedimento, sono tornate al centro dell’attenzione per alcune frasi attribuite a una di loro, in particolare il passaggio in cui si parlerebbe di un presunto “incastro” nei confronti di Stasi.

Secondo alcune fonti giornalistiche, si tratterebbe di osservazioni emerse durante un incontro videoregistrato tra Stasi e Stefania Cappa, nel quale alcune domande sarebbero state formulate con l’intento di verificare la coerenza delle versioni fornite in precedenza. Un dettaglio che, se confermato, potrebbe aggiungere ulteriori sfumature a un quadro già complesso, in cui ogni elemento viene oggi riesaminato con estrema cautela.

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