Garlasco, scatta la condanna per Le Iene: il risarcimento per Stefania Cappa
Il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza storica riguardante un caso di diffamazione aggravata nei confronti dei giornalisti del programma televisivo “Le Iene”, condannandoli a pagare un risarcimento di 10.000 euro a Stefania Cappa, cugina di Chiara Poggi.
Il contesto del delitto di Garlasco
Il 13 agosto 2007, Chiara Poggi fu trovata senza vita nella sua abitazione a Garlasco, in provincia di Pavia. Il caso, che attirò l’attenzione dei media nazionali, vide il fidanzato della vittima, Alberto Stasi, inizialmente assolto e poi condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione nel 2015 per omicidio volontario. Le indagini e i processi hanno sollevato numerosi dubbi sull’operato delle autorità e sull’influenza dei media nel caso.
Le accuse mosse da “Le Iene”
Nel servizio trasmesso nel maggio 2022, intitolato “Speciale Le Iene, delitto di Garlasco, la verità di Alberto Stasi”, il programma insinuava un coinvolgimento di Stefania Cappa, cugina della vittima, nell’omicidio. La trasmissione si basava su dichiarazioni di Giuseppe Muschitta, ex tecnico che aveva raccontato di aver visto una ragazza somigliante a Cappa allontanarsi in bicicletta il giorno del delitto, tenendo in mano un oggetto sospetto. Tuttavia, poche settimane dopo, Muschitta ritrattò tutto, ammettendo che il racconto era frutto della sua fantasia.
Il caso Muschitta e la ritrattazione
Muschitta, che aveva inizialmente descritto una ragazza con capelli a caschetto e occhiali da sole, ammise di aver inventato tutto e fu processato per calunnia, venendo assolto nel 2011. La sua testimonianza, considerata senza alcuna attendibilità, aveva comunque alimentato il clamore mediatico e le ipotesi infondate contro Cappa.

La ripresa della polemica e la condanna
Lo speciale de “Le Iene” ha riproposto le dichiarazioni di Muschitta, senza evidenziare che queste erano state già smentite e considerate prive di valore giuridico. La trasmissione ha quindi contribuito a diffondere informazioni non verificate, ledendo la reputazione di Stefania Cappa.
L’agenzia ANSA riporta che i giornalisti Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese sono stati condannati per diffamazione aggravata. La sentenza prevede una multa di 500 euro ciascuno e un risarcimento di 10.000 euro alla parte lesa.
Il diritto alla reputazione e i limiti della cronaca
La sentenza milanese ribadisce che il diritto alla reputazione è tutelato dalla Costituzione italiana e deve essere bilanciato con il diritto di cronaca. Tuttavia, la diffusione di informazioni non verificate e già smentite dalle autorità giudiziarie costituisce una lesione grave alla dignità e all’onore di una persona.