Foibe, Anpi senza ritegno: a Milano si scaglia contro la mostra su Norma Cossetto

 

Non è bastata un’indignazione che è ormai sentimento nazionale. Non sono bastate le denunce per istigazione all’odio razziale. Non sono bastate neanche le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che di quella indignazione si è fatto portavoce, dicendo chiaramente che le istituzioni democratiche rifiutano e condannano ogni negazionismo verso la tragedia delle foibe. L’Anpi insiste e continua a negare che le violenze sul nostro confine orientale furono una vera e propria pulizia etnica operata dai partigiani titini contro gli italiani. Stavolta succede a Milano, dove a scatenare i deliri pseudostorici dell’Anpi è una mostra su Norma Cossetto promossa dal Municipio 5 e organizzata prendendo spunto dal fumetto Foiba Rossa, che ne racconta la storia in una forma editoriale innovativa.

Anche a Milano l’Anpi delira sulle foibe
Per l’Anpi locale mettere in mostra Foiba rossa «è grave e preoccupante» per «le calunnie che insinua sulla lotta partigiana nel suo complesso» e «per il silenzio che mantiene sulle persecuzioni del regime fascista e dei nazisti scatenate contro le popolazioni di lingua slava e gli oppositori italo-sloveni». La tesi, insomma, è sempre la stessa: è quella che vuole attribuire a tutti i costi la responsabilità delle foibe al fascismo, assolvendo così i partigiani. Una tesi ampiamente sbugiardata dalla ricerca storica, come ricordato anche da Mattarella nel suo discorso al Quirinale in occasione del Giorno del Ricordo. La tragedia delle foibe non fu, «come qualche storico negazionista o riduzionista ha provato a insinuare, una ritorsione contro i torti del fascismo», ha detto il capo dello Stato, sottolineando che invece fu «frutto di un odio che era insieme ideologico, etnico e sociale». Secondo l’Anpi, però, se Foiba rossa ne parla esattamente in questi termini è solo perché il suo editore, Ferrogallico, farebbe «riferimento diretto alla formazione neofascista Forza Nuova», cosa che per altro è una fake news bella e buona.

Fidanza: «Basta fango!»
«Oh oh… Si sono arrabbiati!!!», ha ironizzato il consigliere di zona Carlo Serini sulla sua pagina Facebook, dove ha postato la lettera dell’Anpi. «Anziché scriver scemenze, avrebbero potuto cogliere l’occasione per istruirsi. E niente, non ce la fanno… la loro cecità ideologica e chiusura mentale è più forte della verità storica. Verità storica che all’Anpi e alla sinistra, retriva e condannata dal calendario della storia all’oblio, proprio non va giù», ha aggiunto l’esponente di FdI, sottolineando di essere «orgoglioso di aver ideato, costruito e realizzato l’iniziativa con il contributo di tutto il Municipio». La vicenda è stata commentata anche dal deputato di FdI, Carlo Fidanza, che, ironizzando sulla «pacata reazione» dell’Anpi alla mostra, ha poi avvertito: «Basta fango sui martiri delle foibe, basta negazionismo partigiano!».

Il negazionismo dell’Anpi Rovigo denunciato in procura
Quello di Fidanza è un suggerimento che all’Anpi gioverebbe seguire anche per non incorrere in conseguenze giudiziarie: il post dell’Anpi di Rovigo, che sulla sua pagina Facebook parlò tra l’altro delle foibe come «invenzione dei fascisti» e di Basovizza come di «vergognosa fandonia», è stato al centro di una denuncia presentata dai presidenti della Federazione Associazioni Esuli Istriani Fiumani e Dalmati e dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Antonio Ballarin e Renzo Coderin, per «propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa». Un reato previsto dall’articolo 604 bis del codice penale.

 

Fonte: https://www.secoloditalia.it/