Foggia, immigrato prende a pugni una donna per la mascherina: lei cade a terra priva di sensi

Inferno a Foggia. Un immigrato del Mali scatena un delirio di violenza inaudita contro una donna, rea ai suoi occhi di avergli ricordato di indossare prudenzialmente, e nel rispetto di tutti, la mascherina anti-contagio. Tutto accade negli uffici della Cgil della città, sotto gli occhi sgomenti e terrorizzati della gente in attesa in una sala. Dove, senza pensarci un istante, lo straniero, un 36enne africano, si scaglia con virulenza sulla donna, infierendo con un pugno in pieno viso che le frattura il setto nasale. Poi, non pago, con la donna a terra priva di sensi, e il viso ridotto a una maschera di sangue, continua a colpirla senza tregua. Senza pietà…

Pestata a sangue da un immigrato africano per una mascherina

Tutto accade martedì mattina, 8 settembre, alle 10.30. Quando la sventurata di turno, al secolo Stefania Buonpensiero, si dirige al patronato della Cgil per risolvere alcune questioni personali. Nell’attesa che arrivi il suo turno, la donna vede un immigrato di colore che non porta, come tutti, la mascherina. E così lo richiama a un minimo di senso civico e lo ammonisce. L’uomo non la prende bene. Non prova neanche a replicare. Si scaglia direttamente contro di lei, pestandola a sangue. Prima le sferra un violento colpo sul viso, colpendole e fratturandole il naso. Poi, quando la signora è in terra, stordita dal pugno e terrorizzata dal sangue che vede scorrere copiosamente sul suo volto, insiste. E giù con altre botte inferte con furia cieca e sorda a qualunque tipo di richiamo. La gente nella sala d’attesa dell’ufficio sindacale foggiano è sconvolta…

Pugni sul viso, botte ovunque e sputi: ecco come l’immigrato ha infierito sulla donna

Più tardi, con i segni della violenza brutale ancora sul viso, la vittima di tale e tanta aggressività, dichiarerà: «Sono viva per miracolo». Non solo. Intervistata da Mattino Cinque, la Buonpensiero ripercorre quegli interminabili minuti di violenza e di terrore. E come ricorda in queste ore, tra gli altri, il sito di Foggia Today ricorda il primo pugno “in pieno naso” che l’ha fatta cadere a terra. Menziona i colpi incassati mentre era a terra. Gli sputi («in questo periodo, un’arma a tutti gli effetti» scrive il quotidiano locale).  «Ero in un lago di sangue – racconta ancora sconvolta la donna  – ho avuto tanta paura. Se non fosse stato per la guardia giurata intervenuta, forse non sarei stata qui».

Il referto medico: trauma cranico, rottura del setto nasale, diverse ferite lacero contuse

E ancora: «»Con quella rabbia avrebbe potuto fare di tutto. E se avesse avuto altro in mano»? La paura che ha impressa nella mente e stampata negli occhi, trasuda anche da ogni parola. E infatti, concludendo il suo racconto, la signora prosegue dicendo: «La paura non si racconta, non si spiega. Dimenticare sarà difficile. Spero solo che la giustizia faccia il giusto decorso. Queste cose non devono accadere a nessuno» Per la cronaca, la feroce aggressione ha provocato alla sua vittima un trauma cranico, la rottura del setto nasale e diverse ferite lacero contuse alla regione frontale, oltre che da escoriazioni multiple. Prognosi formulata dai medici del Policlinico Riuniti per  30 giorni. All’aggressore, invece, è valso l’arresto in carcere. Da dove si spera non esca proprio nell’immediato…

Il commento di Giorgia Meloni su Facebook

«Brutalmente aggredita per essersi permessa di chiedere ad un immigrato di indossare la mascherina all’interno del patronato della Cgil di Foggia», riassume e commenta l’accaduto Giorgia Meloni sulla sua pagina Facebook. Poi, la leader di Fdi aggiunge e conclude: «Nell’esprimere massima solidarietà a Stefania per l’accaduto, condivido il suo appello: processo per direttissima e pena esemplare per questo balordo». Un appello a cui ci associamo tutti.