Finalmente vince lo Stato. Almeno questa volta. Carabiniere sparò a ladro: assolto!

Ogni tanto possiamo raccontare una storia finita bene. Una storia in cui a vincere non è il delinquente ma lo Stato.

Il ladro in fuga non voleva aggredire il carabiniere che lo inseguiva, ma il militare aveva molte ragioni obiettive per presumere il contrario e quindi per fare fuoco.

Il militare agì per legittima difesa, perché convinto di trovarsi in pericolo. E il Gip del tribunale di Rimini Vinicio Cantarini, ritenendo puntuali e fondate le osservazioni del pm Luigi Sgambati, ha archiviato l’accusa di lesioni personali aggravate nei confronti del carabiniere.

Nella richiesta di archiviazione, alla quale il Gip ha aderito, il pm ritiene, che l’errore di valutazione del carabiniere riguardo alla percezione del pericolo sia scusabile e il suo comportamento non abbia superato i limiti previsti dalle scriminanti di legge. «Non può ritenersi determinata da colpa l’erronea percezione, scrive il sostituto procuratore del pericolo che il ladro potesse attentare alla vita del militare, della sua collega, o alla pubblica incolumità, posto che nella stessa situazione qualunque persona di media diligenza anche se appartenente alle forze dell’ordine si sarebbe prefigurata i gravissimi rischi che hanno spinto il carabiniere ad agire».

Il Carabiniere, attraverso il proprio legale, per mettersi al riparo da una eventuale causa civile nella fase delle indagini aveva proposto al ferito un risarcimento di ottomila euro: una proposta che il detenuto ha ritenuto non sufficientemente congrua: l’ha rispedita al mittente nella convizione di avere diritto a più soldi.Il ladro, una volta intercettato nel centro abitato di Cattolica, aveva lanciato il furgone a tutta velocità nella zona che costeggia la ferrovia, prima di ritrovarsi, dopo quasi mezz’ora di inseguimento, in una strada senza uscita. A quel punto aveva fatto retromarcia colpendo la vettura degli inseguitori.

Dopo l’urto aveva ripreso la sua corsa, giusto per procurarsi un margine di vantaggio prima di proseguire a piedi. Nello scendere dal furgone, però, si sarebbe attardato un attimo e avrebbe infilato una mano nello zaino che aveva con sé. Erano i giorni della sfrenata caccia ad uno dei criminali più pericolosi e sanguinari che in quel periodo era riuscito con i suoi atti criminali così efferati a portare tensione e paura in tutta l’Emilia Romania, il criminale “Igor” e il gesto aveva tratto in inganno il carabiniere: presumendo che l’altro fosse sul punto di sfoderare un’arma aveva aperto il fuoco, ferendolo al pollice della mano e a una natica.

Il ladro aveva sostenuto di essere stato colpito in momenti diversi. Una versione non ritenuta attendibile dai giudici, medici e da una collega del carabiniere che assistette alla scena dal balcone.

Almeno questa volta lo Stato ce l’ha fatta. La giustizia ha esplicato le sue corrette funzioni con una giusta sentenza.

Questo a dimostrare che la giustizia italiana quando vuole sa cosa fare. E anche a dimostrare che difendersi per legittima difesa non è un reato.

Fonte: Il Giornale