Figlio Salvini su moto d’acqua, aperto fascicolo contro ignoti

 

Nel giorno delle consultazioni del gruppo parlamentare della Lega con il Presidente della Repubblica, con Matteo Salvini a ribadire che “la strada maestra è quella del voto”, la Procura di Ravenna ha aperto un fascicolo contro ignoti rispetto a quanto avvenuto il 30 luglio nelle acque di Milano Marittima.

Quel giorno il figlio del segretario leghista, sotto gli occhi del papà, aveva fatto un breve giro in mare su di una moto d’acqua della Polizia di Stato guidata da un agente in servizio. Come scrive Repubblica, la decisione dei giudici di Ravenna si deduce dalla richiesta pervenuta nei giorni scorsi al Ministero dell’Interno, su delega della magistratura, per l’identificazione dei due agenti delle forze dell’ordine che provarono a impedire a un giornalista di Repubblica di riprendere la scena.

Salvini: “Un errore da papà”
Dopo l’esplosione della polemica, la Questura di Ravenna aveva fatto sapere di avere avviato un’inchiesta interna per accertare l’eventuale utilizzo improprio dei mezzi dell’amministrazione. Al tempo stesso, il capo della polizia Franco Gabrielli aveva promesso tutte “le valutazioni” del caso, “sotto il profilo disciplinare e penale”, per capire se ci fossero gli estremi per una “limitazione del diritto di informazione e di cronaca”.

Il caso era stato ridimensionato da Salvini, che aveva liquidato l’episodio come un “errore mio, da papà. Nessuna responsabilità va data ai poliziotti, che anzi ringrazio perché ogni giorno rischiano la vita per il nostro Paese”.

Tra i pochi a difendere il segretario del Carroccio, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e l’europarlamentare leghista Massimo Casanova.