Energia, Draghi: “Primo prototipo di reattore nucleare in funzione nel 2025-2028”

In occasione del Question time alla Camera, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha rilasciato alcune dichiarazioni si differenti tematiche. Il premier, infatti, ha parlato della riforma del catasto, della necessità di provvedere alla vaccinazione dei profughi ucraini che giungono in Italia e del progetto di realizzare un reattore nucleare per garantire il fabbisogno energetico interno del Paese.

Riforma catasto, Draghi: “L’intervento alla legge delega non porta alcun incremento delle tasse”

Nel corso del Question time che si è tenuto alla Camera dei deputati nel pomeriggio di mercoledì 9 marzo, il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto sul tema della riforma del catasto.

Sulla riforma, il premier ha dichiarato: “Gli estimi su cui sono basati i gettiti del catasto sono dell’88-’89, sono passati 22-23 anni.

33 anni. Scusate, ma è diventata una materia così emotiva che mi sbaglio anche io – e ha aggiunto –. Voglio per prima cosa ribadire come l’intervento della legge delega non porta alcun incremento dell’imposizione fiscale sugli immobili regolarmente accatastati. Nessuno pagherà più tasse per questo. E devo dire che un po’ di credibilità sul fatto di non far pagare tasse questo Governo se l’è guadagnata, eccome”.

A proposito dell’esecutivo, Draghi ha voluto sottolineare l’esistenza di “un equivoco profondo: siccome c’è l’emergenza bisogna fermarsi, non fare, stare fermi, niente riforme, cambiamenti, sempre fermi.

Ecco, questo non è il motivo per cui è nato questo Governo, non per stare fermo”. E ha precisato: “Il Governo condivide le vostre preoccupazioni – e le preoccupazioni di tutti – per l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. E, come ho detto, siamo al lavoro per limitare l’impatto di questi rincari sulle imprese e le famiglie – soprattutto quelle più vulnerabili. Per quanto riguarda l’energia, ho fatto prima la cifra di circa 16 miliardi di euro, come intervento di sostegno, che è previsto duri fino al secondo trimestre di quest’anno.

Abbiamo previsto l’azzeramento degli oneri di sistema per le utenze elettriche domestiche e per le imprese, e l’abbassamento dell’IVA al 5 per cento per le utenze del gas. Abbiamo potenziato i sussidi energetici per le famiglie più svantaggiate. E abbiamo introdotto un credito d’imposta per i consumatori industriali energivori pari al 20 per cento dell’incremento del costo della fornitura di elettricità del primo trimestre 2022″.

Sulle risorse messe in campo dall’esecutivo per fronteggiare il caro bollette, poi, l’economista ha osservato: “La misura, anche se importante, non è sufficiente, però. Non è sufficiente. A noi paiono grandi numeri, in un altro contesto sarebbero stati visti come numeri impensabili, ma non è sufficiente. Chi ce lo dice? Le imprese, la gente. Ci dicono che non ce la fanno, quindi dobbiamo lavorare anche su altre cose”.

Governo al lavoro per snellire le procedure in materia di energia e transizione ecologica

Il presidente del Consiglio, allora, si è soffermato sulla necessità di raggiungere un’autonomia e una sicurezza energetica, spiegando: “Per avere una vera sicurezza energetica serve una profonda semplificazione burocratica, soprattutto in merito ai nostri obiettivi di aumento di produzione da energie rinnovabili. Il grosso ostacolo oggi è rappresentato dai procedimenti autorizzativi, e se non lo superiamo non andiamo da nessuna parte. Intendiamo rispettare l’obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza di 70 gigawatt di rinnovabili entro il 2026, se si sbloccano le autorizzazioni. Siamo impegnati a sbloccare diverse decine di gigawatt di eolico off-shore, grazie alle più recenti misure di semplificazione delle autorizzazioni – e ha precisato –. Sulle rinnovabili vorrei richiamare ancora, con forza, l’importanza di realizzare nuove infrastrutture in tutto il Paese. Queste sono una parte essenziale del futuro dell’Italia”.

Rispondendo a un’altra interrogazione durante il Question time alla Camera, il premier Draghi ha rivelato: “Il Governo è al lavoro per snellire le procedure, snellire la burocrazia, accelerare gli investimenti. Ma occorre la collaborazione di tutti, soprattutto sul territorio, soprattutto sulle Regioni. È cambiato il contesto, evidentemente. Certe considerazioni di tipo autorizzativo che magari erano giustificate in un contesto normale non sono più giustificate in questo momento di emergenza. Quindi, non voglio dire che questo resterà per sempre, ma è parte della transizione. La transizione non è soltanto approvvigionarsi in più di gas. Ma la transizione è anche riuscire a capire che bisogna sospendere certe norme in un periodo di guerra”.

In fine, concentrandosi sul processo di transizione ecologica ha illustrato: “La transizione ecologica richiede, per quanto riguarda le rinnovabili, semplificazioni e anche investimenti nella ricerca. La ricerca sta producendo innovazioni in un momento di emergenza, come abbiamo visto nel caso di Covid-19, con un ritmo e con tempi considerati fino a poco tempo fa inimmaginabili. Quindi dobbiamo osservare attentamente quello che succede nel mondo ed essere partecipi il più possibile di questi processi di ricerca”.

Energia, Draghi: “Primo prototipo di reattore nucleare in funzione nel 2025-2028”

Sempre in materia di energia, durante il Question time alla Camera, Mario Draghi ha presentato il progetto legato alla creazione di un reattore nucleare in Italia. La costruzione del reattore nucleare dovrebbe essere completata entro il 2028 e dovrebbe garantire stabilità nel campo dell’approvvigionamento energetico italiano.

Il presidente del Consiglio, quindi, ha affermato: “Per quanto riguarda il nucleare, l’impegno tecnico ed economico è concentrato sulla fusione a confinamento magnetico, che attualmente è l’unica via possibile per realizzare reattori commerciali in grado di fornire energia elettrica in modo economico e sostenibile. La strategia europea per l’energia da fusione è sviluppata dal Consorzio EUROfusion, che gestisce fondi Euratom pari a oltre 500 milioni di euro per il periodo tra il 2021 e il 2025. Questo consorzio prevede l’entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-28”.

Rispondendo a un’interrogazione sulle iniziative da attuare per garantire approvvigionamenti energetici per realizzare una politica energetica organica e differenziata, che si inserisca nel solco del cosiddetto “nucleare pulito”, il premier ha ribadito: “L’Italia è uno dei principali membri del Consorzio ed è presente con università, istituti di ricerca e industrie, sotto il coordinamento dell’Enea. Negli ultimi anni sta prendendo vigore, soprattutto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, lo studio di reattori in cui il contenimento del plasma viene ottenuto tramite campi magnetici molto alti. Continuiamo a seguire e a sostenere questi sviluppi sul fronte della ricerca, nell’ambito di una strategia energetica che punta a diversificare le fonti e a garantire la nostra sicurezza energetica”.

Cos’è un reattore nucleare a fusione?

In relazione al discorso di Draghi, è necessario precisare che un reattore nucleare a fusione – concepito nell’ambito dell’ingegneria energetica e nucleare – è capace di gestire in modo autonomo e controllato una reazione di fusione nucleare.

Al momento, non esistono ancora reattori nucleari a fusione in grado di fornire energia elettrica in modo costante e continuativo. Esistono, però, impianti sperimentali che producono meno energia di quanta non ne consumino. Il settore, tuttavia, è in costante sviluppo e si stanno sperimentando nuovi e innovativi strumenti.

A ogni modo, è da sottolineare che il reattore nucleare paventato dall’economista attualmente rappresenta soltanto un prototipo.

Covid, profughi ucraini: “Tampone ogni 48 ore o adesione a campagna vaccinale”

Infine, il presidente del Consiglio è stato interrogato sul problema dei profughi ucraini in arrivo in Italia sprovvisti di vaccino contro il coronavirus. Su questo argomento, Draghi è stato categorico: “Sul fronte sanitario i profughi o fanno il tampone ogni 48 ore o accettano di vaccinarsi”.

Il premier, quindi, ha dichiarato: “Accoglienza, fratellanza, solidarietà sono dimostrate da questi fatti. Devo anche aggiungere che secondo me, come diceva anche lei, molto di più sarà necessario, perché la reazione non è una reazione di giorni, non è una reazione forse di mesi, forse è una cosa ben più lunga. Sul fronte sanitario, tutti i rifugiati che arrivano o accettano di farsi un tampone ogni 48 ore oppure accettano di vaccinarsi. Le mascherine sono distribuite sistematicamente nei posti dove queste vaccinazioni avvengono. La Protezione Civile e gli enti territoriali sono impegnati a fornire assistenza sanitaria e ad accogliere i cittadini ucraini con particolari esigenze sanitarie, presenti in Polonia, Romania, Slovacchia e Moldavia. Il Dipartimento della Protezione Civile ha attivato la Centrale Remota per le Operazioni di Soccorso Sanitario che, nell’ambito del meccanismo europeo di protezione civile, provvederà alla ricognizione dei posti letto disponibili e all’organizzazione del trasferimento dei pazienti – e ha concluso –. Inoltre, i cittadini ucraini ospitati nei centri di prima accoglienza dispongono di servizi di assistenza sanitaria, sociale e psicologica, orientamento legale, orientamento al territorio e corsi di lingua italiana. Nei centri della rete del Sistema di Accoglienza e Integrazione sono previsti anche servizi finalizzati all’integrazione, quali la formazione e la riqualificazione professionale, nonché l’accompagnamento all’inserimento lavorativo, abitativo e sociale”.