Elisabetta Gardini accusa la sinistra: “Violata la legge durante il silenzio elettorale”
Una manifestazione pro-Gaza organizzata a Roma alla vigilia dei referendum si è trasformata in un caso politico di grande rilievo, sollevando accuse di strumentalizzazione e violazione del silenzio elettorale da parte delle opposizioni di centrodestra. La vicenda ha acceso un acceso dibattito pubblico, con protagonisti politici e social media.
Le accuse di Fratelli d’Italia
A sollevare il caso è stata Elisabetta Gardini, deputata di Fratelli d’Italia, intervenuta durante la trasmissione 4 Di Sera. La politica ha condannato duramente le immagini del corteo, dove tra le bandiere palestinesi spiccava Pier Luigi Bersani con un cappellino rosso con la scritta “Sì”, simbolo evidente di sostegno ai referendum. “Strumentalizzare un dramma per fare propaganda nel giorno del silenzio elettorale non è solo moralmente inaccettabile, ma anche contro la legge”, ha dichiarato Gardini.
La critica si è estesa anche ad altri esponenti di sinistra presenti sul palco di San Giovanni, tra cui Elly Schlein, Giuseppe Conte, e altri leader progressisti, che hanno lanciato appelli al voto con tanto di slogan e inviti pubblici. Fratelli d’Italia ha definito questa strategia “calcolata” e “volta a sfruttare la tragedia di Gaza per fini elettorali”.
Le reazioni e le accuse di strumentalizzazione
Galeazzo Bignami ha commentato duramente: “È grave violare il silenzio elettorale, ma è ancora più vergognoso usare la tragedia di Gaza come strumento di propaganda”. Maurizio Gasparri ha rincarato la dose, accusando la sinistra di aver trasformato un gesto di solidarietà in un comizio politico, aggiungendo che se le parti fossero state invertite, si sarebbe invocata la Corte dell’Aja.
Il caso del cappellino “Sì” indossato da Bersani ha fatto il giro dei social, alimentando ulteriori polemiche. Lo stesso esponente PD ha risposto ironicamente alle accuse, scherzando sulla provenienza del cappellino e sulla sua simbologia.
Una giornata di tensione politica
La vicenda si è rapidamente evoluta in un caso nazionale, con immagini di Meloni accostata a Hitler, appelli al voto, e un assalto alla sede di Fratelli d’Italia a Torino. Nicola Procaccini ha definito l’intera giornata “una normale giornata di silenzio elettorale per la sinistra”, accusandola di aver trasformato il dolore di Gaza in propaganda politica.
Quali conseguenze?
Al momento, resta incerto se questa vicenda avrà ripercussioni legali o si limiterà a una polemica passeggera. La tensione tra le forze politiche si mantiene alta, e il dibattito sulla strumentalizzazione delle tragedie umanitarie si fa sempre più acceso, con il rischio di alimentare ulteriori divisioni in un momento cruciale per le elezioni