ELENA DEL POZZO, LA MAMMA L’HA UCCISA PER QUESTE FOTO: IL DRAMMA NEL DRAMMA

Martina Patti è in stato di fermo per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. La donna, reo-confessa, ha dichiarato di aver ucciso la figlioletta, Elena Del Pozzo, che avrebbe compiuto 5 anni a luglio, a coltellate, anche se l’arma del delitto non è ancora stata ritrovata.

Sono ore molto dure per gli inquirenti che devono capire il movente di un simile gesto. Perché la 23enne ha messo fine alla vita della figlia? Se gli psichiatri tirano in ballo la sindrome di Medea, il popolo del web è diviso, in quest’ennesima tragedia che ha sconvolto l’Italia, avvenuta del Catanese.

L’unica cosa certa è che Elena non c’è più, che il suo corpicino è rimasto sepolto parzialmente dalla cenere lavica dell’Etna, per un’intera notte in un campo incolto, e che quel suo corpo senza vita ha parlato, dato che, nel corso dell’esame autoptico, sono stati trovati segni d’arma da taglio e punta (si presume che la piccola sia stata colpita mortalmente con un coltello da cucina, non ancora ritrovato).

I dubbi attorno a questo intricato oltre che efferato caso omicidiario, sono tanti, trattandosi di un figlicidio commesso in pieno giorno. Possibile che  nessuno se ne sia accorto? E poi, la donna, per l’occultamento del cadavere, si è avvalsa dell’aiuto di un complice o ha agito da sola per davvero?

Molti dubbi verranno chiariti dalla scientifica che, nell’abitazione della Patti, effettuerà i dovuti rilievi, alla ricerca di tracce di sangue, per capire, una volta per tutte, se la tragedia si è consumata nelle mura domestiche o, come ha riferito l’assassina, direttamente nel campo incolto che Elena conosceva bene, perché ci andava con lei a raccogliere verdure e ginestre, fiori resistenti alla lava.

In molti parlano di messaggi infuocati, al veleno, intercorsi tra la Patti, il suo ex compagno Alessandro e la nuova compagna di lui, una ragazza che aveva conosciuto in Germania, ma di origini sicule. Anche se la piccola non c’è più, sono davvero tantissimi i punti da chiarire di questo dramma che ha scosso fortemente tutta l’Italia. Sono in tanti coloro che si chiedono quale sia stato il movente effettivo del figlicidio. Mentre le indagini sull’uccisione della piccola Elena Del Pozzo procedono a ritmo serrato, l’ipotesi che prende sempre più forma è che Martina Patti, dopo essere andata a prendere Elena dall’asilo, si sia armata di coltello e l’abbia uccisa per timore di essere “rimpiazzata” nel cuore della figlia dalla nuova compagna del padre.

Per gli inquirenti, insomma, il movente potrebbe essere proprio quello della gelosia. La storia d’amore tra lei e il suo ex compagno, Alessandro Nicodemo Del Pozzo, 24 anni, era finita da tempo e lui conviveva con la nuova compagna. La piccolina aveva uno splendido rapporto con i nonni paterni , come confermato dalle parole della nonna Rosaria Testa: “Elena era meravigliosa, sua madre aveva un atteggiamento autoritario e aristocratico, non mostrava segni di affetto e non era empatica, nemmeno nei confronti della bambina. Non rispondeva mai al telefono alle mie chiamate e decideva lei quando portarci la bambina.”

La Testa, con cui la bimba aveva trascorso la serata della domenica, ossia quella prima di morire, ha aggiunto: “Quando litigavano, Elena non voleva andare via da casa nostra. Un giorno la mamma le stava dando botte e gliela abbiamo dovuta togliere dalle mani. L’abbiamo accompagnata a scuola e le ho detto: Nessuno ti vuole bene più di me. Lei mi ha guardata e mi ha fatto capire che aveva capito”. Elena aveva dormito a casa loro domenica sera, si divertiva con i suoi nonni paterni e adorava la nuova compagna del papà Alessandro. Ma c’è una cosa che, proprio in queste ore, può aver guidato la mano della Patti sino all’accoltellamento della figlia.

Si tratta di alcuni scatti fotografici, pubblicati sui social, che mostravano tutta la felicità ritrovata dell’ex, accanto alla nuova compagna.  Queste foto, unite forse al racconto che Elena le aveva fatto, per spiegare di essersi molto divertita il giorno prima, avrebbero innescato la furia omicida di Martina. Per dover di cronaca, va precisato che si tratta di ipotesi che dovranno essere attentamente vagliate da chi si sta occupando del caso.  Queste la confessione di Martina Patti alla forze dell’Ordine: “Quando ho preso mia figlia all’asilo siamo andate a casa mia, Elena ha voluto mangiare un budino poi ha guardato i cartoni animati dal mio cellulare. Io intanto stiravo… in serata saremmo dovute andare da un mio amico per il suo compleanno ed Elena era contenta… poi siamo uscite per andare a casa di mia madre, ma poi ho rimosso tutto”. 

La Patti ha aggiunto: “Non ricordo se ho portato con me qualche oggetto da casa. All’incirca erano le 14.30, siamo andate nel campo che ho indicato ai carabinieri. Non ricordo di aver fatto del male alla bambina, ricordo solo di aver pianto tanto” Gabriele Celesti, legale della donna, ha parlato di un interrogatorio drammatico, descrivendo la sua assistita come una “donna distrutta e molto provata che ha fatto qualcosa che neppure lei pensava di poter fare”.