ELENA DEL POZZO, COSA GRIDAVA LA BIMBA MENTRE MORIVA: L’INQUIETANTE DETTAGLIO

Una piccola bara bianca, un foto, una corona bianca di fiori. E’ questa l’ultima immagine di Elena Del Pozzo, la bimba che avrebbe compiuto 5 anni il 12 luglio, uccisa a coltellate dalla madre reo- confessa.

Elena è volata in cielo troppo presto per mano di chi l’ha messa al mondo ma con i suoi funerali non si chiude affatto il giallo che ruota attorno al delitto di Mascalucia.

Proprio mentre Martina Patti, la mamma killer, si trova nel carcere di Piazza Lanza, sorvegliata h24, per paura che possa compiere atti autolesionisti o che altre detenute possano aggredirla, oltre che per paura che possa fuggire, inquinare le prove e, addirittura, reiterare il reato, gli inquirenti continuano le indagini.

Sono a caccia della verità perché troppi sono i dubbi, troppi i non ricordo, a cui dover dare una risposta, oltre ai tanti interrogativi tra cui questi: dove si trova l’arma del delitto? Perché la Patti non ha inferto una morte meno dolorosa alla figlia? Esiste un complice contrariamente a quanto lei ha affermato?

Per davvero Martina ha fatto tutto da sola, infierendo premeditatamente sul corpo della povera Elena e, dopo aver compiuto la mattanza, occultarne il cadavere in una buca?

Grazie all’instancabile lavoro di chi si sta occupando del caso, sono emersi ulteriori aggiornamenti molto importanti sull’omicidio della piccola Elena Del Pozzo, comunicati nel corso della puntata “Mattino 5”, in onda su Canale 5. La bambina avrebbe provato a difendersi dalla mamma killer ma la furia della donna, ha prevalso. Pare che Elena abbia addirittura invocato il nome della madre, chiedendo aiuto, forse senza rendersi conto che colei che la stava accoltellato fosse proprio colei che le ha dato la vita e che avrebbe dovuto proteggerla da tutto e tutti.

La criminologa Anna Vagli, ospite del programma, ha chiarito per quale motivo, se il delitto è stato commesso nel terreno incolto di Mascalucia, nella villetta di via Euclide e sugli indumenti di Martina siano state rinvenute tracce ematiche. Si tratterebbe di sangue da riporto, ossia da ripulitura, ma comunque la Patti ha cercato di sporcarsi il meno possibile, imbustando e colpendo alle spalle sua figlia. A questo punto è intervenuto l’inviato Emanuele Carta, che ha fatto il punto degli ultimi elementi rinvenuti.

Queste le sue parole: “Non è stato trovato sangue nella buca perché la bimba avrebbe messo una busta in testa, forse per gioco, e questa busta avrebbe dei fori compatibili con le coltellate. Martina non ha voluto vedere la scena o forse ha voluto sporcarsi il meno possibile ed è stato trovato del sangue copioso sulla maglia di Elena, poi la bimba ancora agonizzante è stata messa nella fossa, e il gip ha escluso una incapacità di intendere e di volere della donna”.

L’inviato ha aggiunto che Martina, nonostante i sui tanti “non ricordo”, ricorda bene di aver fatto tutto da sola. Una frase ripetuta più volte, che incuriosito molto gli investigatori, quasi come se volesse allontanare qualsiasi sospetto. Ora l’arduo compito di chi si sta occupando del caso è capire se davvero la donna abbia potuto scavare la buca da sola, trattandosi di un terreno vulcanico, quindi duro, difficile da scavare in profondità.

Essendo un terreno che ritorna sulla sua posizione, come ha fatto la madre reo confessa di Elena a scavare una buca così notevole? Questo fa pensare ad una premeditazione e resta ancora aperta l’ipotesi che possa esserci un complice, ancora a piede libero.