Ecco il vaccino che piace ai No Vax. Il costo della pandemia: 19 miliardi

Arriva il vaccino che, forse, convincerà anche i No Vax. L’annuncio ieri dal commissario straordinario all’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo: «Entro il fine settimana distribuiremo alle Regioni oltre un milione di dosi di Novavax». E altri due milioni saranno disponibili nel mese di marzo. Per le somministrazioni parte subito il Lazio che già giovedì 24 febbraio apre le prenotazioni Novavax per prima dose e richiamo a distanza di tre settimane.

Ma perché questo prodotto dovrebbe esser accettato più facilmente da chi fino ad ora ha rifiutato la profilassi? Novavax diversamente dai vaccini, mRna come Pfizer e Moderna, si basa su un meccanismo adottato già da tempo per combattere altri virus come pertosse, epatite B, meningite, herpes zoster e utilizza la tecnica delle proteine ricombinanti.

L’Agenzia italiana del farmaco ha dato il via libera lo scorso 22 dicembre, al momento soltanto dai 18 anni. Il protocollo fissa il ciclo vaccinale primario in due dosi a distanza di tre settimane. L’efficacia nel prevenire la malattia sintomatica (non l’infezione) anche nella popolazione più anziana è quasi del 90%. Le reazioni avverse sono state in maggioranza lievi.

Con questo vaccino si punta dunque a raggiungere sopratutto quel milione e mezzo di over 50 che sono ancora del tutto scoperti. Tra loro ci sono circa 500mila cittadini attivi che quindi in questo momento sono sospesi dal lavoro. Novavax non è stato autorizzato come booster.

Figliuolo che ieri era in visita all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, ha ribadito l’efficacia protettiva del vaccino anche per i più giovani. «Medici e infermieri stanno verificando problemi di trombosi in bambini non vaccinati in fase acuta di Covid -avverte il commissario-. Direi che bisogna riflettere sul rischio beneficio e al momento il beneficio va verso la vaccinazione. Non sono un medico, quindi dico alle famiglie, rivolgetevi ai vostri pediatri». Tra i 5 e gli 11 anni sono ancora un milione e 300mila i bambini che non hanno ricevuto neppure una dose. L’importanza della vaccinazione è confermata giorno dopo giorno dall’andamento dei dati che mostra come si ammalino più gravemente i non protetti.

Per i più fragili è arrivato anche il via libera per la quarta dose che verrà somministrata agli immunocompromessi a partire dal prossimo 1° marzo. La platea interessata è di circa 900mila persone.

Anche i dati del bollettino di ieri segnalano il raffreddamento della curva epidemica: 24.408 nuovi casi e 201 vittime. Il tasso di positività si ferma al 10,5% e si registra il calo dei ricoveri in intensiva, meno 6 per un totale di 928, mentre risalgono i ricoveri in area medica, più 91.

Progressivamente l’Italia si lascia alle spalle la crisi che però lascia pesanti conseguenze. Anche economiche come evidenzia l’ Alta Scuola di Economia e Management dei sistemi sanitari, Altems. In due anni di pandemia la spesa per fronteggiarla ammonta a 19 miliardi: 11,5 miliardi legati all’incremento della spesa sanitaria delle Regioni; 4,3 per l’acquisto di dispositivi di protezione (Dpi), anticorpi monoclonali, fiale di remdesivir, gel, siringhe, tamponi, ventilatori, monitor, software, voli. Poi la spesa per i vaccini: 3,2 miliardi. Con l’arrivo dei vaccini molti ricoveri avrebbero potuto essere evitati. Altems calcola che poco più di un miliardo di euro è servito a coprire il costo dei ricoveri evitabili, ovvero delle persone che hanno rifiutato il vaccino e si sono ammalate in modo grave, tanto da richiedere il ricovero.