E ora il Comune di Milano dà casa e lavoro a tutti i rom
«Favorire la partecipazione dei rom alla vita sociale, politica, economica e civica». Con questi obiettivi la giunta comunale ha approvato la creazione di del «Tavolo locale per l’attuazione della strategia nazionale di inclusione dei rom, sinti e caminanti» che, uscendo dal burocratese, si riunirà almeno cinque volte tra gennaio e ottobre 2020 per studiare piani per l’accesso al lavoro «pieno e regolare» dei nomadi e il «progressivo superamento dei campi» attraverso l’accesso ad alloggi o a differenti forme dell’abitare.
Al piano nazionale (e promosso alla base dall’Ue) aderiscono anche Bari, Cagliari, Catania, Genova, Messina, Napoli e Roma, e Milano «in particolare» è stata invitata ad aderire «per la significativa presenza di rom sul territorio, sia in campi regolari che in insediamenti spontanei», leggi abusivi. Si legge nella delibera approvata dalla giunta Sala che tra i bisogni della popolazione rom presente sul territorio è emersa l’esigenza del «superamento del grave disagio abitativo e del campo monoetnico» sebbene «non sia un bisogno uniformemente manifestato dalle comunità». E d’altra parte se sgomberare o chiudere i campi è diventata impresa titanica, è ovvio che c’è resistenza da parte dei nomadi, sono diventati altamente stanziali. Emerge «il bisogno di inclusione socio-sanitaria, con particolare attenzione anche all’educazione alla salute sessuale e riproduttiva per la componente femminile della comunità, alla prevenzione dell’uso di stupefacenti e dell’abuso di alcol», la «necessità di favorire percorsi continuativi di frequenza scolastica» e «il bisogno di inclusione occupazionale, superando le difficoltà di accesso al lavoro legate al diffuso pregiudizio e discriminazione». Il tavolo attivato dal Comune col coinvolgimento di associazioni e stakeholder servirà (anche) ad aiutare i rom a trovare un posto.