E Matteo fa il duro: “Non ci servono alleati vinceremo contro tutti”

 

Dopo gli ultimi sviluppi della crisi, Matteo Salvini ieri non ci ha neanche pensato ad andare alle consultazioni con il premier incaricato (e uscente), Giuseppe Conte.

Al suo posto hanno partecipato i sottosegretari Lucia Borgonzoni e Claudio Durigon i quali hanno fatto capire chiaramente che in casa Lega si ha la quasi certezza che il nuovo governo non avrà i numeri per ottenere la maggioranza. Insomma, come dire che la strada del voto non è ancora del tutto abbandonata.

«Si fermi il mercimonio in atto – ha detto Durigon a margine dell’incontro, scandendo il messaggio di Matteo Salvini – faremo di tutto per far mancare i numeri».

E hanno specificato che nessuno dei presidenti leghisti delle commissioni parlamentari lascerà il suo incarico: «I presidenti di commissione sono quelli delle Camere di Fico e Casellati, non devono dimettersi – ha aggiunto Durigon -, sono stati votati, come io ho votato Fico, pensate un po’». Un concetto espresso ieri anche dal presidente dei senatori della Lega, Massimiliano Romeo: «Che si dimettano loro da senatori visto che dovrebbero vergognarsi di fronte al popolo italiano per quello che stanno facendo». La strategia dei leghisti è chiara: far cadere il prossimo esecutivo sotto il peso degli eventuali loro stessi sbagli. Ecco perché il Conte bis rischia di avere vita difficile in Parlamento. Con l’opposizione così ben posizionata nelle commissioni, fondamentali per l’approvazione di decreti e disegni di legge, a ogni passo rischia di trovare un ostacolo. Lo ha detto anche il responsabile economico del partito, Claudio Borghi, che riferendosi a chi accusa sottolinea: «Dovevano pensarci prima di fare il ribaltone».

La Borgonzoni non ha lasciato spazio a fraintendimenti: «Speravamo di poter avere una discussione per capire se troveranno i voti, noi speriamo non si trovino. Non siamo riusciti a capire – ha proseguito – quale sarà l’indirizzo del presidente. Conte ha detto che difenderà i provvedimenti fatti ma ha aggiunto che si siederà a un tavolo per vagliare modifiche». Insomma, un «colloquio tutto sul passato e poco sul futuro. Non ha detto che non toccherà Quota 100 e autonomia – ha detto ancora la Borgonzoni -. Non l’ha detto e questo ci dispiace».

Intanto, arrivano le reazioni politiche degli alleati di Salvini. «La Lega – ha dichiarato il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, all’uscita del colloquio con Conte – ha sbagliato a proporre l’alleanza col M5s. In questo modo Salvini ha consegnato il Paese alla sinistra».

E a rispondere al Cavaliere è stato lo stesso leader della Lega, parlando a un comizio nel Padovano: «Non abbiamo bisogno di alleanze – ha detto -.Noi non siamo uomini e donne per tutte le stagioni. Qui c’è tanta gente entusiasta, in un altro partito per un solo ministero perso ci sarebbe stata la tragedia. Me le nostre idee vinceranno, non si può scappare per sempre dalle elezioni». E ancora: «Ai giudici dico che se pensano di fermarci con uno o cento processi hanno trovato la persona sbagliata, non abbiamo paura di niente e di nessuno».

Nel frattempo, però, dalla base del partito del Carroccio salirebbe un po’ di malcontento per la scelta, considerata avventata, di Salvini di far cadere il governo in un momento ritenuto sbagliato. «Avrebbe dovuto pensarci prima – dicono alcuni iscritti alla Berghem fest -, così ci ha consegnati nelle mani del Pd». Si era anche diffusa la voce che il ministro dell’Interno uscente non sarebbe stato presente all’evento nella giornata di domani. In realtà la notizia è stata smentita. Salvini ci sarà eccome e, col solito piglio che lo contraddistingue, parlerà ai militanti. Il tutto in attesa della manifestazione del prossimo 19 ottobre, quando i leghisti scenderanno in piazza per ribadire il loro no a quello che ormai definiscono «il governo delle poltrone».