“E che fai? Tanto non ci puoi cacciare”: stranieri occupano la sua casa e la deridono pure. La storia di Piera

 

Di Ignazio Stagno – Da qualche giorno ilGiornale.it sta portando avanti la battaglia contro il blocco degli sfratti che ha colpito e non poco i proprietari di casa. In redazione abbiamo ricevuto da parte vostra una valanga di mail in cui ci avete raccontato le vostre storie e sopratutto il calvario affrontato con gli inquilini morosi che vengono tutelati fino al 31 dicembre con il divieto assoluto per i proprietari di rientrare in possesso della propria casa. Già ieri abbiamo raccontato alcune delle vostre storie. Oggi vogliamo raccontarne altre soffermandoci su chi ha visto le proprie case occupate da stranieri e rom. Di queste storie ne abbiamo raccolte parecchie ed è giusto raccontarle per capire qual è l’inferno in cui sono piombati tutti coloro che legittimamente hanno deciso di affittare la propria casa e si sono ritrovati con le tasche vuote senza incassare un affitto dovuto (e sacrosanto).

“Tanto non ci puoi cacciare”

Come ci ha raccontato Piera, a volte una situazione del genere può diventare una vera e propria “gabbia”: “Il mio inquilino entrato il 2 gennaio 2020, lavoratore del Bangladesh in Italia da 30 anni, sempre dipendente dello stesso datore di lavoro che lo ha raccomandato, non ha pagato gli affitti da marzo e ha deciso autonomamente di utilizzare il deposito cauzionale per coprire alcune mensilità. Ha messo in un bilocale 8 persone e vi ha chiesto la residenza per tutti, benché nel contratto fosse autorizzato solo per tre persone di famiglia,il suo avvocato ha scritto che sarebbe uscito il 30 giugno ma a luglio ha ridato disdetta per il 31 dicembre. Ha tre minori in casa iscritti a scuola nel quartiere, casa arredata distrutta, quindi non andrà via. Mi ha detto:Tanto gli fatti sono bloccati e comunque sanche mi desse lo sfratto prima che esco ci vogliono anni. Questa è la nostra legge”. Non si possono

“La trappola della proroga”

Ma non finisce qui. C’è Aldo che da mesi non incassa l’affitto che dovrebbe pagargli il suo inquilino albanese. Ha deciso di scriverci e di raccontarci cosa sta accadendo a casa sua: “Il mio inquliino di origine albanese con tre figli che vanno a scuola ha smesso di pagare sia le quote condominiali che le quote di affitto dicendo che ha perso il lavoro e che il comune gli assegnerà una casa. Nel frattempo a seguito covid ha un posto sicuro dove abitare fino a dicembre e poi ci scommetto che il giudice gli darà anche qualche proroga pur avendo iniziato la pratica di sfratto all’inizio anno 2020”. Poi lo sfogo duro: “Il proprietario è obbligato a pagare sia le tasse sull’immobile che le tasse su di un reddito che non percepisce più finche il giudice non emette la sentenza. Così si perde di fatto la proprietà”. Poi c’è anche chi era riuscito quasi a vincere la propria battaglia ed è rimasto fregato dalla proroga Covid. Riccardo ha un inqulino straniero dello Sri Lanka e racconta: “Dopo una infinità di solleciti e di false promesse nel giugno 2019 ho deciso di adire le vie legali. Il colmo della vicenda è che l’inquilino si è trasferito in altra città lasciando la residenza nel mio appartamento ed ha sublocato lo stesso, contravvenendo ai vincoli contrattuali, ad altri suoi connazionali extracomunitari che pagano il canone di affitto a lui. L’esecuzione dello sfratto sarebbe dovuta avvenire il 10 gennaio 2020 ma per le lungaggini dell’ufficio notifiche del Tribunale sono incappato nelle proroghe per il Covid per cui se va bene avrò perso 3 anni di canone di locazione, avrò pagato 3 anni di spese condominiali, avrò pagato le spese legali e riavrò l’appartamento distrutto. È giustizia questa?”

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