“Due cose non tornano”. Garlasco, ricreata la scena del delitto di Chiara: la scoperta dei Ris
A quasi due decenni dal tragico omicidio di Chiara Poggi, le indagini sulla sua morte compiono un importante passo avanti grazie all’impiego di tecnologie forensi all’avanguardia. Gli investigatori stanno realizzando una ricostruzione tridimensionale dettagliata della scena del crimine, utilizzando scanner laser, droni e sofisticati software di modellazione 3D, con l’obiettivo di ottenere una visione più precisa e completa di quanto accaduto nella villetta di via Pascoli.
Una ricostruzione digitale per analizzare ogni dettaglio
Il progetto, che sarà completato entro 60 giorni, mira a creare un modello fedele dell’interno dell’abitazione, includendo tutte le tracce di sangue, impronte digitali e DNA raccolte nel corso delle indagini. Questa rappresentazione digitale consentirà agli inquirenti di analizzare con maggiore accuratezza la distribuzione delle prove e di rivedere la scena del crimine alla luce delle nuove tecnologie, superando le limitazioni delle ricostruzioni precedenti del 2007 e del 2014.
La scoperta della “papillare 33”: un’impronta misteriosa
Tra le novità più rilevanti emerge la cosiddetta “papillare 33”, un’impronta di palmo individuata sul muro di una scala che porta alla cantina, dove fu trovato il corpo di Chiara. Secondo una recente perizia dattiloscopica, questa traccia potrebbe essere attribuita ad Andrea Sempio, persona coinvolta nell’inchiesta. La posizione di questa impronta potrebbe fornire indizi cruciali sul ruolo di chi si trovava sulla scala al momento dell’omicidio, contribuendo a chiarire la dinamica dell’aggressione.
Rilievi e analisi di reperti storici
Parallelamente alla modellazione 3D, gli esperti stanno riesaminando anche altri elementi già noti ma ancora poco chiari, come le “para-adesive”, strisce utilizzate per raccogliere materiale biologico. Le nuove analisi potrebbero rivelare tracce di DNA finora ignorate, offrendo ulteriori elementi di prova.
La Bloodstain Pattern Analysis: il sangue come testimone silenzioso
Uno degli strumenti principali di questa fase investigativa è la Bloodstain Pattern Analysis (BPA), lo studio delle macchie di sangue. Analizzando forma, posizione e distribuzione delle gocce, gli esperti cercano di ricostruire la sequenza degli eventi e il comportamento dell’aggressore e della vittima. Secondo una ricostruzione del 2007, Chiara sarebbe stata colpita nel soggiorno, vicino alla scala, con un’arma priva di manico che avrebbe provocato colpi rapidi e ravvicinati. Successivamente, il corpo sarebbe stato trascinato e colpito ulteriormente lungo le scale.
Due anomalie ancora da chiarire
Nonostante i progressi, alcune incongruenze rimangono irrisolte. Tra queste, tre piccole gocce di sangue rinvenute di fronte al divano del soggiorno, la cui posizione non si inserisce nella sequenza principale dell’aggressione, suggerendo un possibile episodio antecedente. Inoltre, una traccia ematica trovata tra il terzo e il quarto gradino della scala potrebbe indicare che la vittima abbia subito un ulteriore colpo mentre veniva portata lungo le scale, aprendo nuovi scenari sull’ultimo momento dell’omicidio.
Un’indagine ancora aperta
Le nuove tecnologie e le analisi approfondite stanno offrendo strumenti potenti per fare luce su un caso che ha sconvolto l’Italia. Tuttavia, la complessità della scena e le tracce ancora da chiarire dimostrano come l’indagine sia tuttora in corso, con ogni dettaglio che potrebbe rivelarsi decisivo per arrivare alla verità.