Disperato e senza reddito. Da 7 anni gira per Roma con un cartello: “Disposto a cedere rene per lavoro”

Disperato. E pronto a tutto pur di trovare un lavoro. Anche a cedere un rene. È la storia di Luigi Perrino. Che ogni giorno, da circa 7 anni, gira per le vie del centro di Roma con un doppio cartello al collo. Nel quale riassume il suo dramma e le sue speranze. «65 anni, italiano, senza casa né reddito né lavoro. Disponibile per tutti i lavori, disposto a cedere rene per lavoro».

Disposto a cedere un rene per lavorare

Un messaggio choc che continua sul retro. «Dignità è lavorare. Senza casa. Cerco lavoro per dignità Help me», seguito dal numero di telefonino. Quella di Luigi, che si confida all’Adnkronos, è una presenza costante e dignitosa nelle strade romane che circondano i palazzi del potere. Ben conosciuta anche dai ristoratori, grazie ai quali Luigi ha sempre un pasto caldo.

Da dieci anni vive in un incubo

«Tutto è cominciato 10 anni fa», racconta. «Facevo l’autista e ho perso il lavoro dall’oggi al domani». Da lì è iniziato l’incubo. «Ho provato e fatto di tutto, ma non ho più trovato un lavoro vero». In pochi anni, come spesso succede in questi casi, anche la famiglia lo ha abbandonato e l’uomo è rimasto solo e senza casa. «Ormai sono quasi 7 anni che giro per strada con la mia richiesta di lavoro. Ho incontrato tanti politici che passano per queste strade, ma nessuno mi ha realmente aiutato. Ho dormito per tanto tempo in piazza. In questo periodo dormo al riparo perché una persona incontrata per strada mi ha offerto la possibilità di sistemarmi la notte nel suo garage».

Lavorare è dignità. Non voglio elemosina

Poco tempo fa, uno spiraglio. Per 6 mesi gli è anche stato offerto un lavoro per la manutenzione di alcuni locali. Poi di nuovo la strada. «Sono stato sostituito e ho saputo che hanno preso due persone con lo stesso stipendio che davano a me. Ormai la “concorrenza”’ per i posti di lavoro è spietata».

Ma perché offrire un rene? «Farei qualsiasi cosa per un lavoro– risponde Luigi –  non mi interessano elemosine o regali in denaro. Ho due figli che sono andati a vivere negli Sati Uniti. Uno fa il cuoco, l’altro il fotografo. Mi chiamano, si preoccupano, vorrebbero inviarmi denaro. Ma io non lo accetto. Sono un padre. Piuttosto, come ho scritto sul cartello, cederei un rene. Attenzione, non lo venderei, ma lo cederei senza scambio di denaro, a fronte di un lavoro vero, serio. Non smetto di sperare. Ogni giorno esco per strada con l’energia e la speranza che sia il giorno giusto per ricominciare a vivere dignitosamente».