Diciotti, gli iscritti del M5S danno un calcio a Fico: “Salvini non va processato”

Alla fine il voto via web ha evitato lo sgambetto. Per il popolo pentastellato quel processo a Salvini non s’ha da fare, sarebbe una follia votare l’autorizzazione a procedere sul caso Diciotti. A uscirne sconfitti sono i Fico e i Di Battista, gli urlatori “sinistri” dei Cinquestelle, che stavano già assaporando il dispetto (per interposta persona) a Di Maio, Sì, perché in fondo il vero obiettivo dei congiurati era proprio lui, il loro vicepremier, al quale viene addossata la colpa del crollo dei consensi. Giggino è considerato tanto debole da essersi già consegnato mani e piedi a Salvini, con il risultato di avere un governo a trazione leghista. Ma il voto sulla piattaforma Rousseau assume anche un altro significato: gli iscritti hanno deciso un cambio di rotta della strategia tanto cara agli integralisti grillini: stop al giustizialismo sposato contro tutto e contro tutti, senza nemmeno un minimo di valutazione. La politica dei vaffa non convince più. Quindi il nuovo tribunale del popolo ha prodotto quello che i Fico e i Di Battista non si sarebbero mai aspettati. Del resto, le perplessità della vigilia non erano poche. Nero su bianco c’era le memoria difensiva, depositata in Giunta per le immunità da Giuseppe Conte oltre che dai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli. In quella memoria – considerata cruciale – vengono “difese” le decisioni collegiali assunte dal governo sul caso Diciotti, ponendo l’intero esecutivo sul banco degli imputati. Se la Rete si fosse pronunciata a favore del processo contro Salvini, avrebbe avuto una sola conseguenza, quella di sconfessare la stessa posizione dei 5 Stelle. Il che avrebbe creato una ulteriore spaccatura all’interno del mondo pentastellato. Una spaccatura quasi impossibile da ricomporre.