Di notte Dj, di giorno capo della mafia nigeriana: arrestato “Boogye, il re di Ferrara” (video)

 

Lo hanno trovato a Verona, dove si apprestava a suonare a pagamento come dj afro beat a un battesimo. La polizia di Ferrara ha arrestato così anche Boogye, al secolo Emmanuel Okenwa, considerato il capo di quella mafia nigeriana fortemente radicata a Ferrara, che ieri ha portato all’arresto di 31 persone, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Dda di Bologna.

Chi è “Boogye, il re di Ferrara”

Il 50enne Boogye, che pare amasse definirsi con i suoi sottoposti “il re di Ferrara”, per gli inquirenti è il capo cittadino dei Viking. Si tratta di una delle bande in cui si divide la mafia nigeriana. Okenwa, inoltre, avrebbe un ruolo di spicco anche a livello nazionale, essendo l’uomo di collegamento con il capo anziano in Italia e con i vertici dell’organizzazione direttamente in Nigeria. A fare il suo nome agli inquirenti sono stati anche alcuni collaboratori di giustizia, che, come riporta Il Resto del Carlino, lo hanno indicato come “un apicale dell’organizzazione mafiosa dal 2015 e in Italia dal 2018”.

Gli affari e le violenze della mafia nigeriana

Boogye era sfuggito agli arresti di ieri proprio perché fuori città. Gli agenti lo hanno rintracciato nella tarda serata di ieri, dopo che nel blitz dell’alba contro la mafia nigeriana a Ferrara non era stato trovato nella casa che condivide con la sua fidanzata italiana. In compenso, nascosto in una lavatrice, hanno trovato il machete che era servito per il tentato omicidio di un esponente della banda rivale Eiye, nell’ambito di un regolamento di conti per droga. All’attivo di Boogye e del suo clan gli investigatori hanno ricostruito numerosi episodi di violenza, sia nei confronti degli avversari, sia in quelli degli affiliati giudicati insubordinati, sia infine verso i nuovi “adepti” introdotti nell’organizzazione con riti di iniziazione spesso brutali. A partire dai rituali sessuali nei confronti delle donne.

Boogye era pronto a scappare

Boogye, rintracciato a Verona anche grazie all’ausilio delle tecnologie, era ospite di amici musicisti e cantanti di cui era una specie di manager. Gli agenti lo hanno fermato nei pressi della stazione Porta Vescovo, dopo un lungo appostamento e diversi tentativi di dileguarsi tra la folla. Al momento della cattura ha ammesso di aver tentato di rientrare a Ferrara per recuperare alcuni effetti personali e poi far perdere le proprie tracce.

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