Devastanti parole di Palamara. Svela i 3 segreti della giustizia

“Ho avuto rapporti con la politica. La frequentazione con la politica, il confronto sulle nomine è sempre esistito”, queste le parole di Luca Palamara che hanno scatenato un vero e proprio mare di polemiche nelle ultime ore.

“Non mi sono mai sottratto e non mi sottrarrò nè dai procedimenti nè in tutte le cose in cui sarò chiamato, ma chiedo di essere giudicato serenamente”: questa la richiesta dell’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati dinanzi all’assemblea dell’Anm che dovrà deliberare sul ricorso da lui presentato contro il provvedimento di espulsione.

Palamara, che ci ha tenuto a sottolineare come il Consiglio superiore della Magistratura ancora non abbia autorizzato l’utilizzo delle oramai celeberrime e scandalose intercettazioni telefoniche effettuate nel corso delle indagini nei suoi confronti, ha poi proseguito. “Sono qui perché penso che prima venga l’interesse di tutti, della magistratura, di recuperare la fiducia dei cittadini, e l’interesse dei colleghi che mio malgrado sono stati travolti”.

L’ex presidente dell’Anm si sente quasi una vittima, e parla senza mostrare di essere consapevole del reale peso di quelle intercettazioni. “Sono stato travolto dalla fiumana e mi sono perso, ma non sento di essere stato moralmente indegno”, ha spiegato all’assemblea durante il suo intervento, come riportato da AdnKronos.

“Fino al 2008 ho fatto lo scribacchino di atti, prima a Reggio Calabria poi a Roma. Poi la mia posizione nella vita politico-associativa mi ha dato un altro ruolo. Ho vissuto un’altra vita, una vita di rappresentanza. Se ho fatto bene o male non posso dirlo io”, ha detto ancora, scaricando poi la responsabilità delle sue azioni sul ruolo assunto successivamente. “È stato un errore tornare alla procura di Roma dopo il Csm, un errore fare poi la domanda da aggiunto. Le cariche che ho avuto mi hanno fuorviato, e mi hanno fuorviato le mille richieste che mi arrivavano”.

Sulle conversazioni tratte dalle chat del proprio smartphone Palamara ha spiegato: “Non ho mai cancellato i messaggi. Dalle chat sono scaturiti 3 procedimenti penali e 6 disciplinari”. E le frequantazioni con Lotti? “Col senno di poi dico che non dovevo farlo”.

“Ho avuto rapporti con la politica. La frequentazione con la politica, il confronto sulle nomine è sempre esistito.”, ha raccontato l’ex presidente dell’Anm nella parte più delicata del suo intervento, specificando, tra l’altro, che gli incontri avvenuti in un hotel romano con alcuni colleghi, con Cosimo Ferri e l’ex viceministro Luca Lotti per discutere delle nomine ai vertici del Csm “non erano clandestini”.

“Da Palamara dichiarazioni devastanti. Intervenga Mattarella”, afferma Francesco Giro di Forza Italia, come riportato da LaPresse. “Palamara ha ammesso che: 1) la magistratura è politicizzata fino al midollo; 2) Ermini voluto da Lotti (e quindi, nessuno ha l’anello al naso, dal Pd. Ma era ovvio. Solo la sinistra ha la faccia di nominare un suo deputato in carica, che peraltro si dimette dal Parlamento con un certo ritardo, vice Presidente del Csm); 3) nomine solo in base alle correnti, alcune vincenti sulle altre. I magistrati non iscritti o non assidui nella vita associativa e correntizia della magistratura erano tagliati fuori a ‘scartabellare le carte’. “, ha aggiunto il senatore azzurro. “Parole di Palamara. I magistrati esterni alla logica correntizia lavoravano duramente nei sottoscala. Gli altri vivevano nel successo mediatico giudiziario. Che orrore”.

Alla fine, in ogni caso, il lungo discorso di Palamara non è servito a convincere l’assemblea dell’Anm. Proprio in questi minuti è arrivata la notizia della decisione dell’Associazione nazionale magistrati di respingere il ricorso presentato dall’ex presidente contro la decisione di espellerlo. Viene dunque confermata la delibera dello scorso 20 giugno, l’Assemblea ha votato “Sì” all’espulsione di Palamara.