DELITTO DI COGNE, ANNA MARIA FRANZONI: LA SCONVOLGENTE NOTIZIA È ARRIVATA ALL’IMPROVVISO

Sono trascorsi ben 20 anni dal delitto di Cogne… un delitto che tutti ricorderemo, che ha segnato una delle pagine di cronaca nera italiana più forti in Italia. Ma ripercorriamo cosa accadde maledetto 30 gennaio 2002. Alle 8:27 Annamaria Franzoni, madre di 2 bambini, chiama prima la dottoressa Ada Satragni, poi la centrale del 118 e, infine, l’ufficio del marito.

Il motivo è uno ed agghiacciante: suo figlio, il piccolo Samuele Lorenzi, di soli 3 anni, giace nel letto della coppia in condizioni gravissime, tanto da essere dichiarato morto poco dopo. La Franzoni, come noto, è stata condannata nel 2008 in via definitiva dalla Corte di Cassazione a 16 anni, oggi è libera per buona condotta, dopo aver scontato 6 anni di carcere e 5 agli arresti domiciliari, oltre ad aver goduto anche di 3 anni di indulto.

COSA È ACCADUTO

Ma la villetta dell’orrore, come è stata ribattezzata la villa in frazione Montroz, la numero 4, dove il piccolo Samuele venne ucciso, è tornata nuovamente sotto i riflettori, anche se per altri motivi. Si perchè Anna Maria Franzoni e il marito Stefano Lorenzi sono tornati nella villa per trascorrervi 3 giorni di vacanzafesteggiando proprio lì il Capodanno. 20 anni dopo la Franzoni ha preso il sole accanto al marito, è stata seduta al caldo del camino e la notte di Capodanno la coppia ha sparato fuochi d’artificio dal giardino della villetta.

La villetta di Cogne, tra le più famose nella storia dei delitti italiani, ha goduto della presenza dei coniugi e la notizia si è diffusa rapidamente all’interno della piccola frazione, sebbene non si tratti della prima volta in cui i due sono tornati a Montroz, anche se nessuno, in zona, vuole parlare del loro breve soggiorno per evitare che l’attenzione mediatica ritorni a concentrarsi su di loro e quella frazione in cui, fino ad allora, non si era mai sentito nulla di così efferato, possa essere invasa da giornalisti.

Anna Maria, dopo i 3 giorni di vacanza, è tornata nel suo paese d’origine, alla sua attività di imprenditrice del turismo che gestisce anche con l’aiuto del fratello più piccolo di Samuele. Ma torno per un attimo alla villetta, che in questi lunghi anni è diventata teatro di un turismo del macabro, con tantissimi visitatori e curiosi arrivati appositamente un questo posto immerso tra il verde e le montagne anche solo per fotografare il luogo in cui venne commesso l’omicidio del piccolo Samuele.

La villa è rimasta di proprietà della famiglia Franzoni, dopo che, nel novembre del 2020, il tribunale di Aosta ne aveva disposto la vendita all’asta come da richiesta dell’avvocato Carlo Taormina che vantava 275 mila euro di parcelle non pagate.Ma quell’asta, che era già fissata per il 19 febbraio 2021, era stata sospesa per poi essere annullata pochi mesi dopo. Il giudice aveva deciso che la villetta dell’orrore restava di proprietà della famiglia Lorenzi-Franzoni. Il tribunale aveva dichiarato estinta la procedura esecutiva, partita su richiesta dell’avvocato Carlo Taormina, ex legale di Annamaria Franzoni e suo creditore. Il provvedimento era arrivato al termine di un periodo di sospensione dell’asta, scattato nell’ambito di un accordo tra le parti.

Un delitto efferato, un delitto impossibile anche solo da immaginare, quello di Cogne perchè è contronatura che una madre uccida un figlio. E’ un qualcosa che la mente umana fatica a elaborare come possibile, anche se il nome di Annamaria Franzoni è sempre stato l’unico sul quale investigatori e inquirenti hanno sempre indagato e sul quale si sono concentrati i sospetti sin da subito. Se la verità processuale è emersa, sono ancora tanti gli interrogativi che non trovano risposta.