Decreto siccità, il Nord verso la zona rossa: sei regioni a rischio razionamento acqua

Mario Draghi è pronto a firmare un nuovo decreto per riuscire ad affrontare il problema della siccità. A rischio è soprattutto il Nord, con sei regioni che dovranno andare incontro al razionamento dell’acqua.

Il Dpcm per il razionamento dell’acqua
Il decreto siccità sta per arrivare. Il Nord diventerà “zona rossa“, in gran parte della Pianura Padana. Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna sono le regioni più interessate, ma sono in difficoltà anche il Lazio e le Marche. La Protezione civile ha emesso l’allerta gialla per Veneto, Friuli Venzia Giulia, Lombardia, Piemonte e Trentino Alto Adige per il rischio di temporali, ma la pioggia non sarà sufficiente ad uscire dallo stato di emergenza.

Fedriga, governatore del Friuli, ha firmato lo “stato di sofferenza idrica” e centinaia di Comuni hanno emesso ordinanze per limitare l’uso dell’acqua potabile a necessità igieniche e domestiche, oltre a sospendere l’erogazione durante le ore notturne.

Palazzo Chigi, come riportato dalla Stampa, sta preparando un Dpcm che prevederà due tipi di intervento. Il primo per la salvaguardia del comparto agricolo, con la previsione di indennizzi. Il secondo riguarda l’approvvigionamento idrico.

Il razionamento dell’acqua è la misura più importante, con il divieto dell’uso a fini non domestici e la chiusura dei rubinetti di notte. Potrebbe arrivare lo stop alle fontane pubbliche e alcuni divieti come il lavaggio dei veicoli, l’irrigazione dei giardini, le limitazioni dell’irrigazione delle colture annuali. I razionamenti sono già iniziati in alcune zone di Piemonte e Lazio. Se dovesse calare ulteriormente la portata del Po potrebbero iniziare i problemi.

Questo scenario si può evitare con ulteriori riduzioni.

Stato di sofferenza idrico
Vito Bardi, presidente della Bsilicata, ha annunciato di voler firmare un provvedimento per dare l’acqua alle imprese lucane prima che a quelle delle altre regioni. Intanto anche gli approvigionamenti di acqua potabile iniziano ad essere a rischio. Il presidente Alberto Cirio ha invitato il governo a partire con lo stato d’emergenza dal Piemonte, mentre Fedriga ha firmato lo “stato di sofferenza idrico” per il Friuli. Il decreto stabilisce una deroga alla norma in vigore che prevede un deflusso minimo vitale di acqua all’interno dei fiumi. Il luogo stabilito dal governatore è a valle della presa di Zompitta. L’abbassamento dei livelli consentirà di continuare ad alimentare il sistema delle rogge di Udine, Palma e Cividina. Stessa cosa sul fiume Isonzo, dove è ammessa la deroga al deflusso nei momenti in cui alla diga di Salcano vengono rilasciate portate inferiori a 40 metri cubi al secondo.