Decreto siccità e stato di emergenza, il governo cerca di unificare le iniziative

Decreto siccità e stato di emergenza, il governo Draghi cerca di unificare le iniziative e di rendere omogenea la risposta alle varie istanze su una situazione grave. Le Regioni che lo chiedono e quelle che potrebbero chiederlo a breve per affrontare l’allarme acqua sono ormai avviate verso protocolli emergenziali locali ma serve un’azione unica.

Le Regioni decretano lo stato di calamità ed oggi i governatori incontreranno la ministra Mariastella Gelmini.

Decreto siccità e stato di emergenza: l’iniziativa

In calendario c’è anche una cruciale Conferenza Stato-Regioni: è prevista per domani 22 giugno e vi parteciperà anche il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. Lo stesso Matteo Salvini aveva spinto per il decreto del Governo Draghi atteso per la fine di giugno che dovrebbe prevedere misure di riduzione degli sprechi.

Quali misure? Non si esclude affatto, ad esempio, il razionamento e lo stop alla distribuzione durante la notte.

Quali sono le Regioni sotto scacco della siccità

Nel novero delle regioni che puntano allo stato di emergenza riconosciuto a livello nazionale ci sono Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio e Lombardia ma il numero potrebbe salire nelle prossime ore. Open spiega che “nell’ultima riunione dell’Autorità si è, per il momento, raggiunta una soluzione di compromesso: non sospendere l’irrigazione delle campagne, ma ridurre i prelievi del 20%.

Ma intanto il problema più grande è quello dell’approvvigionamento dell’acqua potabile”. In Piemonte ad esempio sono 145 i comuni in allerta e Alberto Cirio ha chiesto aiuto alla Val d’Aosta. Il Delta del Po è allo stremo e L’Emilia-Romagna dalle prossime ore sarà in stato di calamità. Tutto questo mentre il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha denunciato che ci sono scorte di acqua solo “per altri 10 giorni” e il suo omologo del Lazio Nicola Zingaretti ha definito “grave” la situazione della provincia di Roma, annunciando lo stato di calamità per mercoledì.