Covid, avvocatessa chiede il rinvio dell’udienza per proteggere la figlia down. No dei giudici

Un’avvocatessa veneta ha presentato al tribunale di Milano un’istanza di legittimo impedimento chiedendo il rinvio di un’udienza fissata per il prossimo 4 novembre per proteggere la figlia con sindrome di Down dal rischio Covid-19. Rischio particolarmente elevato, visto il numero di casi nel capoluogo lombardo e il pericolo che la sindrome stessa comporta. Ma per i giudici del tribunale la richiesta non può essere accettata.

Covid, il no del tribunale di Milano

«Non si ravvisa allo stato né viene prospettato un impedimento giuridicamente accettabile. Si rigetta l’istanza di rinvio tenuto conto del prolungarsi per lungo tempo del procedimento in questione», sono le parole utilizzate per confermare l’udienza in tribunale e la citazione dei testimoni.  L’avvocatessa nella sua istanza ha fatto riferimento alla «condizione di incremento dei contagi nella città di Milano». E al fatto che la sua presenza in udienza potrebbe farla diventare «veicolo di infezione» per la sua bambina, che ha «fragilità alla vie respiratorie superiori».

L’istanza dell’avvocatessa

Al legale non è bastato neppure far riferimento a un recente rapporto dell’Istituto superiore di sanità. Secondo lo studio la mortalità per Covid è dieci volte più elevata in presenza di sindrome di Down. Né presentare il documento di un pediatra per scongiurare l’udienza in cui la donna, madre di un altro bambino, è l’unico difensore fiduciario dell’imputato (a processo per bancarotta) e non può essere sostituita vista la «tipologia di attività alla quale è destinata l’udienza».

Cosa dice l’Iss

La mortalità per Covid-19 tra le persone con sindrome di Down potrebbe essere stata fino a 10 volte maggiore rispetto a quella della popolazione generale. A questa conclusione sono giunti i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che, insieme a quelli dell’Università Cattolica, Campus di Roma, hanno analizzato 3.438 grafici. Elaborati dallo stesso Iss dal 22 febbraio 2020 all’11 giugno 2020, identificando 16 decessi in persone con Sindrome di Down. Persone più giovani rispetto a quelle senza Sd decedute con Covid-19 (52 contro 78 anni). E con un rischio maggiore di complicanze non respiratorie come sepsi (31% vs. 13%).