Coronavirus, Zaia annuncia la sperimentazione del farmaco giapponese

Che in Giappone siano riusciti a limitare la diffusione del Coronavirus ed al contempo il numero dei decessi è cosa decisamente evidente anche solo da una semplice valutazione statistica, che invece una delle possibili motivazioni alla base di tale contenimento sia la somministrazione di uno specifico farmaco sta creando un dibattito nelle ultime ore.

Tutto nasce dalla diffusione in rete di un video postato da Cristiano Aresu, farmacista romano che ha spiegato come un successo del genere nella terra del Sol Levante sia strettamente connesso all’utilizzo dell’Avigan, un semplice farmaco antinfluenzale. Il medicinale, infatti, sarebbe in grado, ma solo se assunto nelle giuste tempistiche, di arrestare la degenerazione delle condizioni cliniche dei pazienti affetti da Covid-19.

“L’Avigan è un antinfluenzale fino a poco tempo fa venduto in farmacia. Qui hanno scoperto che somministrato ai primi sintomi di coronavirus, accertati con il tampone, blocca il progredire della malattia nel 91% dei casi”, racconta il farmacista 41enne. La critica dominante a tali affermazioni è quella che senza una sperimentazione specifica niente possa esser dato per certo. Dinanzi, tuttavia, all’immobilismo in campo scientifico è il presidente della regione Veneto Luca Zaia a prendere seriamente in considerazione l’idea di effettuare dei tentativi per valutare la consistenza di tali dati e dare una speranza ai propri concittadini.

Favipiravir, meglio noto come Avigan, è un farmaco inserito fin da marzo 2014 nei protocolli di trattamento di sindromi influenzali in Giappone, sviluppato e prodotto dalla giapponese Fujifilm Toyama Chemical.

Anche il direttore del centro nazionale per lo sviluppo della biotecnologia in Cina Zhang Xinmin ha espresso un parere positivo sul farmaco in questione, ritenendolo in grado di assicurare un livello elevato di sicurezza nonchè di efficacia nel trattamento del Coronavirus. In soli quattro giorni di utilizzo già sarebbe possibile cogliere i primi dati, con una negativizzazione del morbo.

L’Aifa (Agenzia Italiana del farmaco) non si è mostrata inizialmente favorevole, puubblicando un comunicato a riguardo. “Il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli Usa. Ad oggi, non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da Covid-19. Sono unicamente noti dati preliminari, disponibili attualmente solo come versione pre-proof, di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con Covid-19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir (anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia Covid-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aerosol”, riporta la nota. “Sebbene i dati disponibili sembrino suggerire una potenziale attività di favipiravir, in particolare per quanto riguarda la velocità di scomparsa del virus dal sangue e su alcuni aspetti radiologici, mancano dati sulla reale efficacia nell’uso clinico e sulla evoluzione della malattia. Gli stessi autori riportano come limitazioni dello studio che la relazione tra titolo virale e prognosi clinica non è stata ben chiarita e che, non trattandosi di uno studio clinico controllato, ci potrebbero essere inevitabili distorsioni di selezione nel reclutamento dei pazienti”, conclude il comunicato, come riportato da AdnKronos.

Luca Zaia va dritto per la sua strada, annunciando l’inizio della sperimentazione. “Sta girando un video di un farmaco giapponese, l’Avigan. Noi siamo all’avanguardia nella sperimentazione dei farmaci. Vi informo che l’Aifa ha dato l’ok anche per questo farmaco che verrà sperimentato anche in Veneto, spero che da domani si possa partire”, ha dichiarato su Facebook.

La stessa Aifa si è quindi detta disponibile a discutere di una eventuale sperimentazione:”Nella seduta di domani, lunedì 23 marzo, la Commissione si esprimerà in modo più approfondito rispetto alle evidenze disponibili per il medicinale favipiravir”.