Coronavirus, Salvini contro il governo: “Il nuovo decreto non basta”

 

Ho letto il decreto tutta la notte, non basta: leggo che possono rimanere aperti ferramenta, lavanderie, profumerie e tabaccherie”. Così Matteo Salvini, in mattinata, commenta e critica l’ultimo decreto del governo che chiude – a metà – il Paese per fronteggiare la pandemia da coronavirus.

Ai microfoni di Radio 24, l’ex titolare del Viminale rincara la dose: “I medici ci chiedono di chiudere tutto quello che non è strategico per il Paese per il bene della salute pubblica. Poi leggi il decreto e vedi che nel mondo industriale, del trasporto, è tutto aperto: a Milano, per dire, la metropolitana è afollata. Insomma, le cose o si fanno o non si fanno per farle a metà”, ha aggiunto Salvini.

Dunque, nel prosieguo della chiacchierata radiofonica, il capo politico della Lega è tornato a chiedere all’esecutivo di Giuseppe Conte misure ancora più stringenti, come peraltro richiesto dalla Lombardia di Attilio Fontana, che nella giornata di ieri aveva inviato una lettera a Palazzo Chigi chiedendo a Roma di blindare la regione, che rappresenta la zona d’Italia più colpita dal coronavirus.

“Possiamo, per il bene della salute pubblica, fermarci e ripartire sani tra due settimane? Altrimenti è la solita cosa”, ha aggiunto il leader del Carroccio, che poi annuncia l’intenzione del suo partito di avanzare alcune contro-proposte: “Faremo altre proposte: sul decreto serve più rigore e fermezza”.

E su questo versante, l’ex ministro dell’Interno tira le orecchie all’Unione Europea, non così presente (per non dire assente) in questa delicata fase per il Belpaese e tutto il Vecchio Continente: “Noi giudicheremo i fatti, dall’Europa vogliamo capire quanti, come e quando arriveranno gli aiuti. Quando da noi il problema sarà contenuto se gli altri Paesi non saranno drastici come noi sarà un problema”.

In conclusione del suo intervento radiofonico, Salvini lancia l’idea di una zona protetta europea contro il Covid-19: “Posso scommettere che tra tre settimane il problema non sarà più ‘Non fate entrare gli italiani’ ma sarà il contrario, saremo noi a dover chiedere agli altri di non entrare in Italia: dobbiamo arginare i contagi con una zona protetta europea, sennò sarà una strage”.

L’affondo di Giorgia Meloni

Contro il presidente del Consiglio e le mezze-misure adottate dai giallorossi si è epressa anche Giorgia Meloni, che in un post su Facebook ha dichiarato: “Il premier Conte è comparso in tv ad annunciare un provvedimento sensazionale con la ‘chiusura di tutte le attività’ tranne quelle essenziali e di produzione industriale: per questo ho fatto i complimenti al governo. Peccato che leggendo il decreto la verità è molto diversa: resta (quasi) tutto aperto”. La leader di Fratelli d’Italia ha proseguito: “Chiudono bar e ristoranti (e nemmeno tutti), parrucchieri, estetisti, negozi di abbigliamento, gioiellieri e poco più. Restano aperti non solo farmacie, supermercati e negozi di alimentari (fornai, pescherie, macellai, pizza al taglio etc) – che è giustissimo – ma anche minimarket di ogni genere, profumerie, tabaccai, negozi per animali, tintorie, foto e ottica, negozi di computer, edicole, benzinai, ferramenta, e tutti gli artigiani (meccanici, falegnami, elettricisti, idraulici etc.). Sono aperti uffici e fabbriche…”. In conclusione, il capo di FdI ha aggiunto: “Di fatto si tratta solo di una modesta estensione del decreto approvato due giorni fa, forse non c’era bisogno di andare in televisione ad annunciare novità epocali: in questo modo si rischia di creare solo ulteriore caos e sconcerto tra gli italiani. Sono ore difficili, ribadiamo la nostra volontà di collaborare ma chiediamo al Governo più serietà e meno smania mediatica”.

Fonte: ilgiornale.it