Coronavirus, l’Oms alza l’asticella dell’allerta: «Ora il rischio è molto alto». Finora era così solo in Cina
L’Oms aggiorna le stime sul coronavirus. «Seguiamo costantemente con i nostri epidemiologi lo sviluppo di questa epidemia e abbiamo ora modificato la nostra valutazione del rischio di diffusione e di impatto di Covid-19 da alto a molto alto a livello globale». Lo ha affermato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra. Finora il rischio era molto alto solo in Cina.
Coronavirus, l’Oms alza l’allerta da rischio “alto” a “molto alto”
«Da ieri – ha spiegato il direttore generale dell’Oms – 5 Paesi hanno riportato i loro primi casi di Covid-19. Tutti questi casi hanno legami con l’Italia». Quanto alla Cina, «nelle ultime 24 ore ha riportato 329 nuovi casi di Covid-19, il numero più basso in oltre un mese. Alle 6 di questa mattina, i casi riportati dalla Cina all’Oms sono 78.959, incluse 2.791 morti. Al di fuori dalla Cina, ci sono ora 4.351 casi in 49 Paesi e 67 morti».Tedros Adhanom Ghebreyesus ha avvertito che «non bisogna fare retorica. Nessun Paese è responsabile di un’epidemia. Nemmeno gli animali hanno colpa se diffondono un virus. Bisogna fare attenzione al linguaggio che usiamo in questo momento di difficoltà, perché lo stigma non sarebbe di alcun aiuto».
«Non c’è più molto tempo. Occorre svegliarsi ed essere pronti»
Ma che vuol dire aver alzato il livello di rischio? «Il rischio si alza perché vediamo sempre più Paesi alle prese con il coronavirus. Questa decisione di fatto riflette quello che sta accadendo nel mondo: più Paesi coinvolti, alcuni in difficoltà nel riuscire a contrastarlo. Come ha detto il dottor Tedros c’è ancora una finestra di opportunità» per fermare Covid-19, ha evidenziato Mike Ryan, a capo del Programma di emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità. «Siamo al livello più alto di allerta – ha aggiunto – ma questo non per allarmare o spaventare le persone. Ma per far capire ai Paesi che «non c’è più molto tempo» e che «occorre svegliarsi ed essere pronti».