Coronavirus, è morto un operatore del 118: Diego salvava vite, aveva 45 anni e due figli

 

Si chiamava Diego Bianco, aveva 45 anni e due figli. È morto cercando di salvare vite, cercando di aiutare le persone finite dentro l’incubo del coronavirus. Ed è morto proprio per un “sospetto” contagio da covid-19, in quella che ad oggi è la provincia italiana più colpita dalla pandemia in corso: Bergamo.

“Diego era uno dei 700 operatori sanitari, medici, infermieri, soccorritori, oss che già sono stati contaminati. Era un lavoratore preparato, un soccorritore che ha sempre utilizzato i dispositivi di protezione individuali, non era anziano e non aveva altre malattie”, come ha comunicato Riccardo Germani, portavoce ADL Cobas.

Diego era un operatore tecnico della Soreu Alpina ed autista-soccorritore della A.A.T. di Bergamo. “Tutti quelli che hanno avuto modo di conoscere personalmente Diego lo hanno apprezzato non solo per le sue indubbie capacità professionali ma anche per la sua umanità, gentilezza e disponibilità che mai venivano meno, anche nei momenti più stressanti e pesanti come quello che sta vivendo tutto il sistema sanitario Lombardo ed Italiano”, hanno dichiarato Simone Celi, referente SIIET Lombardia e Roberto Romano, presidente SIIET.

L’appello dei lavoratori della sanità
“Nel nome di Diego chiediamo come operatori della Sanità misure straordinarie di Protezione per tutti i soccorritori e gli operatori sanitari, che dovrebbero indossare sempre i dispositivi di protezione integrali da Covid 19. Chiediamo che tutte le cliniche private convenzionate mettano a disposizione posti letto per contagiati da Covid19”, l’appello di ADL Cobas.

“La cosa – spiegano – che ci preoccupa di più è la leggerezza con cui si abbandonano le lavoratrici e i lavoratori al loro destino mettendo davanti gli interessi di Confindustria. Siamo preoccupati come operatori del settore dell’intesa tra Governo, Sindacati confederali e Confindustria, siglata proprio oggi, un’intesa sbilanciata troppo sul profitto e che mette al secondo posto la salute dei lavoratori e delle lavoratrici”.

“Non saranno certo mascherine e guanti – dicono – a salvare dal contagio i lavoratori e le lavoratrici, bisogna chiudere adesso e istituire subito un reddito di quarantena, fermare tutte le produzioni, non è necessario in questo momento a combattere la lotta al Covid19. I padroni, insieme alla complicità dei sindacati confederali, possono rimandare il loro profitto a quando avremo sconfitto il corona virus. Ma adesso dovete rimanere a casa tutti, altro che guanti e mascherine”.

“Oggi – conclude Germani – piangiamo Diego ma finita l’emergenza faremo i conti, sicuri di avere al nostro fianco chi oggi ci chiama angeli”.

“Alla famiglia di Diego ed a tutte le persone che lo amano e che gli vogliono bene va la vicinanza e l’abbraccio del Comitato Direttivo, degli organi regionali e di tutti gli iscritti SIIET. Grazie per tutto quello che hai fatto Diego!”, ribadiscono Simone Celi, referente SIIET Lombardia e Roberto Romano, presidente SIIET.

Fonte: milanotoday.it