Conte contro Meloni: “Difende Netanyahu, è complice di un genocidio. Italia non sia coinvolta nella guerra”
In un intervento dai toni estremamente alti e senza precedenti, Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha scatenato una lite feroce in Aula della Camera dei Deputati, criticando aspramente l’attuale governo guidato da Giorgia Meloni. Il discorso, pronunciato durante le dichiarazioni di voto sulle comunicazioni del Premier in vista del prossimo Consiglio europeo, ha segnato un momento di forte tensione politica internazionale e interna.
Un attacco ai contenuti e alle alleanze del governo
Conte ha iniziato il suo intervento contestando la presunta rivendicazione di centralità dell’Italia nel panorama internazionale da parte di Meloni, definendo questa affermazione “ridicola” e sottolineando come, a suo avviso, il governo abbia lasciato un’eredità di ambiguità permanente sulla politica estera del Paese. “Sono tre anni che ci chiediamo quale traccia abbia lasciato questa linea, sempre oscillante tra Bruxelles e Washington, senza mai difendere davvero gli interessi degli italiani”, ha accusato.
L’intervento si è focalizzato su un tema caldo per la popolazione: l’incapacità di affrontare efficacemente l’emergenza economica. “La pacchia è lei, non gli italiani”, ha detto Conte, sottolineando come il governo non sia in grado di risollevare le sorti di milioni di cittadini in difficoltà economica e sociale.
Questioni di politica estera e alleanze critiche
Non sono mancate critiche in ambito internazionale: secondo Conte, Meloni avrebbe adottato una visione distorta della politica estera, legata più a un’ideologia che a un’approccio pragmatico e volto alla tutela degli interessi nazionali. “Favorisce l’establishment militare e confonde la politica estera con le alleanze ideologiche, difendendo i propri alleati politici senza valutare le implicazioni”, ha affermato.
Accuse senza precedenti contro Netanyahu
Il passaggio più forte e controverso dell’intervento riguarda la posizione di Conte su Benjamin Netanyahu, definito un “criminale, autore di un genocidio”. La sua condanna dura si rapporta anche alle scelte di Meloni di difendere il premier israeliano, criticando aspramente la sua linea e parlando di una “incitazione alle autocrazie mondiali”.
Richiesta di disimpegno e pacifismo
Chiudendo il suo discorso, Conte ha lanciato un’accorata richiesta affinché l’Italia si discosti dalle escalation militari in Medio Oriente. “Le basi italiane non devono fornire supporto logistico o militare, nemmeno indiretto, in questa escalation”, ha insistito, sollecitando il governo a garantire un impegno di neutralità e ricercare soluzioni diplomatiche.
Reazioni e clima di tensione
Il discorso di Conte ha acceso la tensione in Aula, già alta per la delicatezza della fase internazionale. Il Governo si trova ora sotto pressione anche sul piano interno, con numerosi esponenti dell’opposizione che chiedono chiarezza e nettezza nelle scelte politiche, soprattutto riguardo alla partecipazione a conflitti e alleanze militari.