Conte bis: Di Maio furioso difende il decreto sicurezza e attacca pure Greta, icona del Pd

Un Luigi Di Maio irritato e minaccioso ha riferito brevemente ai cronisti dopo il colloquio della delegazione M5S con Giuseppe Conte.

“Oggi il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte – ha subito messo in chiaro – potrebbe dar vita a un Conte bis. Uso il condizionale perché in qualità di capo politico del M5S sono stato e siamo stati molto chiari: o siamo d’accordo a realizzare i punti del nostro programma o non si va avanti. Non è questo l’approccio del Movimento, non è nei nostri valori guardare a un governo solo per vivacchiare”.

“Abbiamo riassunto i nostri principali obiettivi in un documento consegnato al presidente del Consiglio: alcuni di questi li consideriamo imprescindibili, o entrano nel programma di governo o non si parte”, ha aggiunto. Toni che non lasciano trapelare entusiasmo bensì malumore. Un malumore che si è esplicitato nei successivi punti toccati dal leader Cinquestelle.

A cominciare dal decreto sicurezza su cui nessun passo indietro è possibile. “Vanno tenute in considerazione le osservazioni del capo dello Stato ma senza modificare la ratio di quei provvedimenti. Ho detto che non rinneghiamo questi 14 mesi di governo”.

Ha quindi detto no a qualsiasi forma di patrimoniale e sull’ambiente ha detto che le politiche ambientali non possono ridursi a mettere un like alle imprese di Greta Thunberg, personaggio caro alla sinistra.

Un Di Maio che è sembrato essere in disaccordo su tutto rispetto ai nodi della trattativa, ma soprattutto attento a non farsi scippare il ruolo di colui che dà le carte. “Altrimenti – ha scandito – meglio il voto”.

Le sue parole hanno allarmato il Pd che con Andrea Orlando ha subito rilanciato: “Incomprensibile la conferenza stampa di Luigi Di Maio – ha scritto su Twitter – Ha cambiato idea? Lo dica con chiarezza”.