Come negli incubi peggiori: Mario Monti torna alla carica e pretende di insegnare a Draghi come ammazzare ulteriormente la nostra povera italietta

L’ex premier torna alla carica e sullo spread fa la ramanzina all’Italia. “Non è compito della Bce azzerarlo. Forse nel governo non c’è urgenza sulle riforme”

Il piglio è quello professorale di sempre, il tono quello di chi suppone di avere la soluzione in tasca. Mentre l’Italia è di nuovo col fiato sospeso sullo spread e la Bce si appresta a intraprendere misure d’emergenza, ecco rispuntare Mario Monti. Quando si tratta di pontificare sull’economia e di dispensare valutazioni sui sistemi finanziari, l’ex premier c’è. Nonostante un’esperienza a Palazzo Chigi non certo risolutiva per le sorti del Paese, il senatore a vita viene ancora scomodato per dire la sua nella speranza che possa estrarre dal cilindro chissà quale suggerimento per salvaguarare le casse tricolori. È capitato anche stamani sulle pagine di Repubblica.

Incalzato sull’attuale situazione economica, il professore ha proposto la propria analisi, poi ha fatto la lezione all’Italia sulle mosse da attuare. Lo spunto per farlo è stato un raffronto con la situazione attraversata dal nostro Paese nel 2012. “Ora come allora l’Italia chiede uno scudo anti-spread. Ma oggi non c’è una crisi sistemica: l’euro non è sotto attacco. Oggi lo spread di ogni Paese è fatto in casa”, ha osservato Mario Monti, andando poi ad analizzare la realtà italica da vicino. “È proprio dal passaggio da Conte a Draghi che ha iniziato a risalire lo spread. Penso ci sia un elemento simile ad allora nella prospettiva politica: allora pesava l’incognita delle elezioni del 2013, oggi pesa quella delle elezioni del 2023. D’altra parte è vero che ci sono una valanga di miliardi da spendere”, ha continuato il professore.

 

Il senatore a vita nominato da Giorgio Napolitano, dunque, non ha risparmiato appunti all’esecutivo guidato da Mario Draghi. “Forse, il governo ha assunto un orientamento piuttosto generoso sulla finanza pubblica e di non grande urgenza sulle riforme“, ha annotato il professore, secondo il quale l’Italia si troverà presto a dover fronteggiare nuovi e complessi scenari sul fronte economico e internazionale. “In Europa ci prepariamo probabilmente a uno scontro ancora più duro che in passato tra Nord e Sud sul Patto di stabilità. Alcuni Paesi del Sud si illudono, dopo la sospensione del Patto a causa della pandemia, dopo il Ngeu (ovvero il Fondo per la ripresa, ndr) e le misure straordinarie della Bce, che l’Europa possa funzionare senza regole o quasi e più spesa pubblica. Ma c’è una questione fondamentale che riguarda la Bce: è il suo compito chiudere gli spread?”. Domanda delle domande.

Sul punto, nel marzo 2020 si era consumato un duro botta e risposta tra Sergio Mattarella e la presidente della Bce Christine Lagarde, la quale aveva detto: “Non siamo qui per ridurre gli spread, non è il mio scopo”. Secondo Monti, una posizione condivisibile. “Anche secondo me, non è compito della Bce azzerare lo spread di ogni Paese, indipendentemente dalle politiche di quel Paese e dal grado di conformità con le linee generali e per Paese concordate a Bruxelles. In fondo, è la discussione del 2012 che si ripresenta”, ha chiosato l’economista.

Infine, l’ulteriore ramanzina all’Italia. “Forse dovremmo chiederci come sta evolvendo la nostra cultura economica. Tanti italiani hanno preso al volo la distinzione tra disavanzo buono e cattivo, correttamente evocata alcune volte da Mario Draghi e stanno trovando – lo sento in Parlamento – sempre nuovi motivi per dilatare l’area della bontà del disavanzo. Tanti altri italiani – mi perdoneranno l’amico presidente Draghi e il collega senatore Salvini per l’accostamento audace – si stanno allineando alla dottrina Salvini secondo la quale è dovere della Bce finanziare con moneta i disavanzi”, ha dichiarato Monti, con uno sguardo alla reazione dei mercati. Al riguardo, l’ex premier ha concluso: “Ecco, forse i mercati seguono il dibattito economico italiano e si chiedono: quando mai si ripeterà una condizione favorevole come oggi? Con Draghi capo del governo, una valanga di soldi dall’Europa, un Qe che fino ad oggi è stato a pieno regime e il Patto di stabilità sospeso? Se l’Italia non riesce a fare progressi definitivi oggi, quando mai ci riuscirà?”.