Clandestini sulla barca a vela: due skipper li portano in Italia

I venti di burrasca degli ultimi giorni che hanno interessato il Mar Mediterraneo e il Sud Italia non hanno fermato la tratta degli esseri umani che continua ininterrottamente verso le coste italiane.

Ieri pomeriggio infatti, a largo di Santa Maria di Leuca, in provincia di Lecce, è stato fermato un veliero carico di migranti.

L’operazione, condotta con difficoltà a causa del maltempo, è stata portata avanti dagli agenti della Guardia di Finanza di Bari a bordo di alcune motovedette. Le fiamme gialle hanno fermato il veliero che navigava verso le coste italiane, in particolare pugliesi, alla ricerca di un possibile approdo sicuro.

L’imbarcazione, lunga tredici metri, è stata fermata e scortata nel porto di Santa Maria di Leuca e sottoposta a sequestro. A bordo c’erano sessantatre migranti, tutti maschi di nazionalità pakistana. Di questi ventuno sono minori di cui diciannove non accompagnati.

Tutti sono stati portati nel centro di accoglienza “Don Tonino Bello” di Otranto.

A guidare il mezzo, invece, due skipper, entrambi di nazionalità kazaka, che sono stati arrestati con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Quella di ieri sembrerebbe una scena già vista. Anzi, lo è. Appena una settimana fa, a largo di Gallipoli è stato intercettato e fermato un veliero di tredici metri con a bordo due scafisti, in quel caso di origine ucraina, che avevano poco prima lasciato sessantasette migranti sull’isola di Sant’Andrea, nelle acque antistanti Gallipoli (sempre nel Salento). I due skipper stavano cercando di prendere il largo quando sono stati fermati dagli agenti della guardia di finanza del reparto operativo aeronavale di Bari e del gruppo aeronavale di Taranto.

La tratta degli esseri umani sui velieri non è nuova, ma è sempre più diffusa. Probabilmente i trafficanti di uomini cercano di passare inosservati a bordo delle barche a vela e non dei gommoni a largo delle coste italiane.

L’immigrazione clandestina, però, in piena pandemia da Coronavirus, fa ancora più paura. I migranti vengono lasciati dagli scafisti sulle coste italiane, liberi di girare, noncuranti del fatto che alcuni di loro potrebbero essere positivi al Covid. O, ancora, gli stessi migranti trasportati nei centri di accoglienza cercano in tutti i modi la fuga. Proprio ieri sera, infatti, a Siculiana (un piccolo Comune in provincia di Agrigento), quaranta immigrati sarebbero fuggiti dal centro di accoglienza “Villa Sikania”. Si tratta di tunisini che si sono incamminati sulla strada statale più vicina per poi far perdere le proprie tracce nelle campagne circostanti.