Case popolari, Meloni: «Prima agli onesti e a chi rispetta l’Italia». Il modello FdI (video)

In Abruzzo, grazie al governatore di Fratelli d’Italia Marco Marsilio, niente più corsie preferenziali per gli stranieri che richiedono un alloggio popolare. È uno dei punti salienti della legge regionale varata dalla giunta di centrodestra, insediata da febbraio.

Una norma che Giorgia Meloni ha voluto presentare la conferenza stampa alla Camera. «È uno dei primi atti concreti del buongoverno di Fratelli d’Italia in Abruzzo – ha detto la Meloni – è una legge sul tema dell’assegnazione delle case popolari che può diventare un punto di riferimento per tutte le regioni italiane e una buona pratica. Le case popolari devono andare a chi le merita, a chi ne ha bisogno, a chi rispetta la Nazione, a chi è onesto».

“Niente case popolari a chi insulta l’Italia”
«I tre principi fondamentali della norma sono: no a corsie preferenziali per gli stranieri che in Italia sono l’8 per cento e accedono alle case popolari con percentuali che arrivano all’80%. C’è dunque – ha spiegato la leader di Fratelli d’Italia – una discriminazione verso gli italiani, chiediamo che gli stranieri abbiano gli stessi obblighi degli italiani».

Meloni: “Una legge che suggeriamo agli alleati nelle altre regioni”
Inoltre, ha spiegato la leader di FdI, «le case popolari devono essere assegnate a persone oneste e per questo la norma prevede l’abbassamento del limite di condanna per essere esclusi, non ha accesso». In aggiunta, «chi non ottempera l’obbligo di mandare a scuola i bambini. Infine, nessuna casa verrà data a chi insulta l’Italia e i suoi simboli come le forze dell’ordine. È una norma straordinaria, semplice, di buonsenso, una di quelle norme che in Italia non si fanno più. Chiederemo a tutti i nostri gruppi regionali di presentare una proposta analoga e anche ai nostri alleati nelle regioni in cui si va a votare il prossimo anno».

Marsilio: “Le case popolari n0n possono essere ostaggio dei criminali”
Il governatore Marsilio ha precisato che «i quartieri popolari non possono essere ostaggio di criminali seriali, per questo abbiamo abbassato il limite da 5 a 3 anni di pena per chi ha commesso reati in modo che rientrino nella tagliola che impedisce l’accesso a una casa popolare».
«Ma nei tribunali – ha aggiunto il presidente della Regione Abruzzo – si assiste a sconti di pena e permissivismo e si passa sopra a tutta una serie di atti delittuosi di allarme sociale, si permette a troppi delinquenti abituali di stare dentro le case popolari». Da sottolineare pure, che chi perde i requisiti in corso d’opera dovrà uscire dalla casa popolare «e quindi l’assegnazione della casa non sarà più definitiva».