Carfagna: «Salvini vuole sudditi, non alleati. Berlusconi ne sta prendendo atto»

 

«Capiamo il momento di difficoltà di Matteo Salvini nello scoprire che i pieni poteri esistono solo nei videogiochi. Invece di sognare sudditi anziché alleati si ricordi che scassando il centrodestra è riuscito nel capolavoro di abbandonare il Paese alle sinistre e al M5S». Ad affermarlo è Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia.

«Sto ragionando da mesi, con tanti colleghi ed esponenti della società civile, dirigenti attivi sui territori, sulla ripartenza della destra liberal-repubblicana. Mi piacerebbe mettere a disposizione spunti nuovi, molti mi sollecitano a convocare un forum di discussione ricontattando anche tante intelligenze ed energie che si sono perse. I punti che ho chiari sono due: ridefinire l’identità popolare, liberale, europeista e garantista del centrodestra adeguandola ai tempi. E aprire le porte ai movimenti civici, all’associazionismo, ai mondi che tutti noi abbiamo trascurato».

«Alla fine di questo percorso», continua la Carfagna, «potremo tornare a confrontarci da pari a pari con i possibili alleati, cercando gli interlocutori giusti nella stessa Lega. È un percorso impegnativo, ma non illudiamoci che possano esserci scorciatoie». dice poi in un’intervista a La Stampa. «Il presidente Berlusconi ha preso atto della distanza politica e, direi, anche fisica di Salvini nei suoi confronti. Sa perfettamente che la destra repubblicana e liberale ha pagato un prezzo altissimo in termini di voti, di irrilevanza politica e di reputazione anche internazionale».

Secondo Carfagna, «Salvini ha sbagliato anzitutto, e soprattutto, la sua strategia. Ha coltivato l’illusione che l’area sovranista potesse imporsi in Italia dopo avere distrutto l’alleanza di centrodestra. Il centrodestra ha cessato di esistere quando il sovranismo ha scelto l’ambiguità rispetto all’Occidente e agli Usa, ha sdoganato sentimenti d’odio ai confini col razzismo, ha cavalcato l’emergenza immigrazione per diffondere paure e messaggi destabilizzanti. E in economia ha messo il timbro su soluzioni assistenzialistiche tipo il reddito di cittadinanza, incurante di dare voce alle imprese, allo sviluppo, al Nord produttivo», conclude la vicepresidente della Camera.