Bombe sonore sulla Flotilla: colpite le barche dei parlamentari italiani, chi c’è a bordo

La notte tra il 23 e il 24 settembre si è conclusa con un nuovo episodio di tensione nel Mediterraneo, a sud di Creta, dove la Global Sumud Flotilla, un convoglio di oltre 40 imbarcazioni impegnate nel tentativo di portare aiuti umanitari a Gaza, è stata nuovamente presa di mira da droni non identificati e ordigni esplosivi.

Intorno alle 00:50 ora greca, in acque internazionali, le barche Otaria e Morgana sono state bersaglio di attacchi che hanno provocato danni materiali ma nessun ferito tra gli attivisti. Sull’Otaria, alcuni ordigni assordanti sono esplosi in prossimità dell’albero, mentre sulla Morgana sono stati danneggiati la randa e la vela principale. Testimoni riferiscono di aver visto droni volare a bassa quota, con alcuni che hanno lanciato cariche di avvertimento, e di aver udito esplosioni e rumori forti che hanno disturbato le comunicazioni radio.

Un attivista ha raccontato: «Dormivo sotto coperta e mi sono svegliato di soprassalto per il botto. Un drone ha puntato su di noi con una specie di lenza che penzolava, poi l’ha fatta esplodere». Le comunicazioni radio sono state disturbate, costringendo le imbarcazioni a cambiare frequenza, mentre si registravano avvistamenti di droni ad alta quota nei giorni precedenti, probabilmente in operazioni di ricognizione.

Gli attacchi di questa notte si aggiungono a una serie di episodi simili avvenuti nelle settimane scorse, tra cui l’incendio di due navi partite da Barcellona, la Familia Madeira e l’Alma, al largo della Tunisia. La tensione si è intensificata anche con la dichiarazione del ministero degli Esteri israeliano, che ha annunciato che non consentirà alla Flotilla di raggiungere Gaza, alimentando il clima di ostilità e repressione.

La Flotilla, attraverso i propri canali ufficiali, ha denunciato gli attacchi come «operazioni psicologiche» tese a intimidire gli attivisti e a prolungare gli orrori di un blocco che, secondo loro, costituisce un «genocidio» a Gaza. La missione umanitaria, tuttavia, prosegue con determinazione: le imbarcazioni, che si muovono lentamente per garantire maggiore sicurezza, cercano di mantenere la rotta verso Gaza, nonostante le minacce e le intimidazioni.

L’episodio di questa notte conferma il clima di altissima tensione che avvolge la missione umanitaria, simbolo di una lotta per l’assistenza e la solidarietà in un contesto internazionale segnato da conflitti e tensioni geopolitiche. La comunità internazionale osserva con preoccupazione, mentre gli attivisti continuano a navigare, determinati a portare aiuti e a rompere l’assedio che da anni strangola Gaza.