Bimba muore in auto, il padre non rompe il vetro: “Non posso ripararlo”

Negli Usa è shock per la morte di una bambina di appena un anno, avvenuta all’interno di un’auto rovente che era rimasta parcheggiata sotto al sole per oltre un’ora.

La tragedia si è consumata lunedì pomeriggio, a partire dalle 15:00 (ora locale), in una delle principali arterie viarie di Las Vegas, lungo il Martin Luther King Boulevard. La piccola Sayah era rimasta intrappolata nella vettura del padre poiché quest’ultimo avrebbe chiuso accidentalmente il veicolo lasciando le chiavi all’interno. Tuttavia, a rendere agghiacciante la vicenda è la giustificazione data dal genitore al proprio rifiuto di fare infrangere ai soccorritori un finestrino dell’auto e di fare tirare così fuori dalla macchina la bimba. Egli non avrebbe infatti autorizzato il salvataggio a causa dei “costi di riparazione dell’auto”.

In base a quanto ricostruisce il Las Vegas Sun, il padre della vittima, il 27enne afroamericano Sidney Deal, avrebbe inizialmente allertato una volante della polizia locale intorno alle 15:33 di lunedì, spiegando agli agenti di avere per sbaglio chiuso la sua auto con le chiavi dentro e di essersi dimenticato la propria bambina all’interno del veicolo.

Appena i poliziotti si sono offerti di chiamare un carro attrezzi o un fabbro per fare infrangere un finestrino della macchina e salvare la bimba, l’uomo avrebbe subito opposto un secco rifiuto a tale ipotesi, affermando di volere evitare le spese di riparazione dell’auto e di non essere in grado di pagare i costi di sostituzione di un finestrino rotto. Nel rigettare l’aiuto delle forze dell’ordine, Deal ha contestualmente chiesto a uno degli uomini in divisa se poteva dargli un telefonino, giustificandosi dicendo che doveva fare una chiamata urgente.

Dopo essersi fatto dare un telefono dal poliziotto, il 27enne ha contattato il fratello, descrivendogli la gravità della situazione in cui si trovava la bambina. Tuttavia, ricostruisce la stampa del posto, Deal avrebbe rifiutato anche l’offerta di aiuto avanzatagli dal fratello via cellulare, accampando sempre la scusa dell’eccessivo costo dell’eventuale sostituzione di un finestrino danneggiato.

Dato che il tempo passava inesorabilmente e che la piccola era ancora intrappolata in un’auto rovente sotto il sole, le forze dell’ordine hanno sempre più pressato l’uomo affinché desse l’autorizzazione a infrangere i vetri della macchina. A fronte dell’insistenza dei poliziotti, l’afroamericano reagiva però minimizzando improvvisamente la drammaticità della situazione, ossia assicurando che Sayah era “ok” dato che nella vettura egli aveva, a suo dire, lasciato l’aria condizionata accesa.

Alla fine, il padre della bimba ha ceduto e gli agenti hanno di conseguenza potuto rompere un finestrino del veicolo incandescente e tirare fuori la piccola, che giaceva allora sul pavimento dell’auto priva di sensi. Nonostante i tentativi dei soccorritori di rianimare Sayah, quest’ultima è morta pochi attimi dopo il suo salvataggio.

Con il decesso della malcapitata è quindi scattato l’arresto di Deal, accusato di lesioni su minore e di grave negligenza. Dagli accertamenti effettuati ultimamente dagli inquirenti è poi emerso che Sayah sarebbe rimasta per oltre un’ora intrappolata in quella macchina, dopo che il padre, si è scoperto, l’aveva fatta salire in auto al termine di un litigio avvenuto tra egli stesso e la madre della piccola.

Durante gli interrogatori, l’afroamericano avrebbe inoltre rivelato agli investigatori che aveva pensato, nel momento in cui la bambina chiusa in macchina aveva iniziato a sdraiarsi sfinita sul pavimento della vettura, che Sayah si fosse allora “addormentata”.

Deal potrà uscire dalla custodia cautelare soltanto se pagherà una cauzione del valore di 20mila dollari.