Bibbiano, così Pd ed M5S cercano, uniti, di confondere le acque in Emilia Romagna

E’ scontro in Emilia Romagna per il tentativo del Centrosinistra di spegnere i riflettori sul caso Bibbiano confondendo l’opinione pubblica.
Nel mirino di Lega e Fratelli d’Italia la Commissione speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori in Emilia-Romagna, presieduta dal Pd Giuseppe Boschini e dai vice Igor Taruffi, di Sinistra italiana, e Raffaella Sensoli di M5S, un triumvirato che ha blindato gli accertamenti sulla gravissima vicenda occupando i posti che in Commissione d’inchiesta sarebbero, ovviamente, dovuti andare all’opposizione.
Uno scippo grave e istituzionalmente inelegante.

L’accusa lanciata contro i tre dal commissario di Fratelli d’Italia, Michele Facci e dai commissari leghisti Stefano Bargi, Gabriele Delmonte e Massimiliano Pompignoli è quella di aver travalicato il loro ruolo istituzionale esprimendo valutazioni sul cosiddetto “sistema Bibbiano“.

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Ieri la Commissione speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori in Emilia-Romagna, presieduta dal dem Boschini, aveva ascoltato il giornalista Pablo Trincia, l’autore della clamorosa inchiesta giornalistica dedicata ai fatti degli anni Novanta sul caso “Veleno”. E Trincia ha messo in connessione la vicenda di cui si è occupato, con l’inchiesta cosiddetta “Angeli e demoni”.

Bibbiano e il caso Veleno uniti dalla Onlus Hansel e Gretel
A unire le due vicende, secondo Trincia, c’è un nome, quello della Onlus Hansel e Gretel, e «un certo metodo di ascolto nei confronti dei minori».
Ma, in mattinata, c’era stata una conferenza-stampa dell’Ufficio di presidenza della Commissione – quindi degli esponenti di Pd, Sinistra italiana ed M5S – nel corso della quale, secondo l’opposizione, si sarebbe andati molto oltre il dovuto.
«Non poteva esserci una posizione istituzionale – contestano Fratelli d’Italia e Lega – Sarebbe utile una rettifica da parte dell’Ufficio di presidenza. E sarebbe stato utile coinvolgere prima i capigruppo».

Facci parla di «strappo, perché è passato il messaggio che, di fatto, la Commissione è già giunta a una conclusione. Questo è offensivo del lavoro che stiamo facendo, e sicuramente preclude un lavoro unitario».

Resta il racconto fatto ieri sera in Commissione dal giornalista Pablo Trincia. Che ha disegnato un parallelo tra le due vicende giudiziarie, scoppiate a oltre vent’anni di distanza.

«In entrambi i casi torna il nome della Onlus Hansel e Gretel. Che è la grande “indagata” della Val d’Enza. E che, anche se non ha mai lavorato per i Servizi sociali locali, è la realtà dalla quale provenivano anche tre delle psicologhe consulenti del gip di Modena nel caso Veleno», ha spiegato Trincia.

«Più in generale sembrerebbero esserci somiglianze», fra il “caso Veleno” e Bibbiano, «nell’approccio “suggestivo” utilizzato con i minori. Per farli parlare a ogni costo e per far riemergere ricordi repressi», ha evidenziato i giornalista.

Per migliorare il “sistema”, Trincia pensa possa essere utile un organismo di controllo indipendente. E linee guida più stringenti sull’ascolto dei minori. «Parlo da semplice cittadino e padre. Ma credo sia importante che ci sia una figura terza, con esperti che possano dare un parere competente e imparziale sui casi», suggerisce Trincia.
«Ma – aggiunge – anche protocolli più chiari da seguire. Stilati da professionisti riconosciuti a livello internazionale dalla comunità scientifica».Il giornalista ha poi risposto alle domande dei commissari.

Foti, lo psicologo arrestato utilizzato al posto delle strutture pubbliche
Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia si è concentrato sui rapporti del Centro “La Cura” con l’Unione dei Comuni modenesi area nord: «Non è strano che sempre quell’Unione si sia rivolta al privato e a Foti, senza avvalersi delle strutture pubbliche?»
Si tratta di uno “schema” che, secondo Trincia, si ritrova anche nel caso “Veleno”.
«Lavorando all’inchiesta, abbiamo visto come sia una linea tipica dell’Unione quella di affidarsi a centri specialistici in tema di minori e a professionisti privati, ritenuti più qualificati. E Foti – ha rivelato il giornalista – è molto noto nel settore e conosciuto nei tribunali di tutta Italia».
Fabio Callori, sempre di Fratelli d’Italia, è intervenuto per sottolineare come «a Bibbiano ci siano state anomalie, nonostante alcuni membri di questa Commissione sostengano il contrario. E, per questo, è importante analizzare i due casi e le eventuali somiglianze».

Il leghista Delmonte ha chiesto a Trincia se non ci possa essere una sorta di “stampo ideologico” nel sistema di welfare emiliano-romagnolo.
«Quanto l’ideologia ha influito sui fatti di Bibbiano? C’è una logica di lucro dietro il lavoro di Hansel e Gretel?”».

Secondo Trincia, «se c’è stato un approccio ideologico, non ha nulla a che fare con la politica ma, piuttosto, con il mondo della psicologia e dei suoi metodi». E sull’aspetto economico precisa. «I soldi non sono stati a mio parere il fattore scatenante. Chi lavora nel sociale non lo fa per arricchirsi. Se c’è stato un conflitto di interessi, si è inserito in un secondo momento».

La sinistra prova a buttarla in caciara: colpa dell’inesperienza
Il Centrosinistra ha cercato di buttare la palla fuori campo. Chi, come Silvia Prodi, ex-Pd e nipote di Romano Prodi. Che ha tentato di sostenere, nonostante le spiegazioni di Trincia, come i due casi “Veleno” e Bibbiano siano diversi. Chi, come la dem Roberta Mori, che ha tentato di buttare la colpa di “Bibbiano” e del “caso Veleno” su psicologhe neolaureate e con poca esperienza le quali si sarebbero trovate a gestire casi complessi.

Chi ne sa parecchio della vicenda e l’ha seguita in maniera approfondita fin dall’inizio è il parlamentare di Fratelli d’Italia, Gian Galeazzo Bignami. Che ricorda tre particolari non proprio secondari. Soprattutto in relazione al rapporto che si è strutturato, sulle gravissime vicende di Bibbiano e del caso Veleno fra Centrosinistra ed M5S.

Bignami ricorda, intanto, il finanziamento fatto alla Onlus Hansel e Gretel dal Movimento Cinque Stelle.
Ma non solo.
L’esponente di Fdi rammenta anche il caso della candidata Cinquestelle a sindaco di Reggio Emilia, Rossana Di Bene. Che si è dimessa da consigliere comunale per poter difendere, da avvocato, nell’inchiesta di Bibbiano, Federica Anghinolfi. Cioè la psicologa lesbica, responsabile del servizio sociale dell’Unione della Val d’Enza, paladina delle coppie Lgbt.Arrestata nell’inchiesta su Bibbiano avrebbe affidato un bambino, tolto a una famiglia alla sua ex-fidanzata lesbica e alla nuova compagna di quest’ultima.

Infine c’è il caso di un altro candidato M5s alla Camera dei Deputati che ha assunto, come avvocato, la difesa del sindaco di Bibbiano, l’esponente Dem, Andrea Carletti. «Legittimo e doveroso che assumano una difesa – spiega Bignami – Ma si pone un problema politico non indifferente».
Nei prossimi giorni Bignami racconterà al Secolo, attraverso alcuni video, come sinistra e M5S sono invischiati, entrambi, nella gravissima vicenda di Bibbiano.