Beppe Grillo insiste: “Serve un reddito universale”

Il Movimento 5 Stelle vuole proseguire nella sua così tanto amata strada dell’assistenzialismo e dopo aver ottenuto il reddito di cittadinanza, che stando ai numeri è stato un vero e proprio flop, adesso punta al raggiungimento di un reddito universale.

A promuovere quella che potrebbe essere la prossima mossa pentastellata è stato Beppe Grillo, che sostiene la necessità di iniziare a ragionare in tal senso senza però essere legato al ricatto del lavoro: “Serve un reddito universale non legato al ricatto del lavoro. Un reddito che non è un piatto di minestra, ma un reddito che ti dò perchè sei vivo”.

Il comico genovese, intervenuto in diretta streaming nel corso di un collegamento con la conferenza stampa del M5S al Senato sulle comunità energetiche e l’autoconsumo, ha rivolto un appello preciso ai suoi ragazzi: “Fate capire a questa sinistra che vuole essere progressista che ci sono le idee, che vanno perseguite. Dobbiamo dare una impostazione di che tipo di Paese vogliamo”. Sostiene che in ballo vi è il destino dell’Italia e perciò ha invitato tutti a unire le proprie forze: “La sinistra ha poche idee, la destra non ne ha. Noi ne abbiamo qualcuna”.

La strigliata al governo

Il garante del Movimento 5 Stelle ha inoltre colto l’occasione per dare una strigliata al governo giallorosso, a cui ha rimproverato di essersi immobilizzato su diverse tematiche che in realtà non rappresentano le priorità per il nostro Paese: “Questo è il momento straordinario per poter effettuare delle cose straordinarie, invece sento che in Parlamento si parla solo di nomine”. A suo giudizio non è più una questione né di destra né di sinistra, ma di andare avanti e cogliere le opportunità dall’energia alla comunicazione passando per l’immigrazione: “Oggi è paradossale che funzionino più le dittature delle democrazie, noi siamo bloccati su delle stronzate gigantesche. Io tengo alla situazione del Paese, poi non mi importa destra o sinistra”.

Grillo infine ha voluto ringraziare Casaleggio padre e Casaleggio figlio per aver concesso agli iscritti di Rousseau di potersi esprimere liberamente sulle questioni interne al Movimento: “Io sono fuori, forse stando dentro si perde un pò di libertà e si acquista in competenza, ma un punto di vista fuori ci vuole sempre. I cittadini devono poter andare avanti potendo dire la loro con dei sistemi tecnologici che noi per primi al mondo abbiamo fatto”. Parole che arrivano dopo la decisione di Casaleggio di tagliare alcuni servizi della piattaforma a causa delle inadempienze dei parlamentari morosi.