Attentato a Costanzo, perfino Renzi difende Berlusconi: «Così l’Italia perde credibilità»

«Sostenere 25 anni dopo, senza uno straccio di prova, che Silvio Berlusconi sia il mandante dell’attentato mafioso contro Maurizio Costanzo significa fare un pessimo servizio alla credibilità delle Istituzioni italiane. Di tutte le istituzioni», scrive su Twitter Matteo Renzi all’indomani della notizia dell’indagine a carico del Cavaliere per il fallito attentato al giornalista Maurizio Costanzo in via Fauro a Roma, avvenuto il 14 maggio 1993. Tra i reati contestati dalla Procura di Firenze all’ex Premier c’è anche il fallito attentato dell’aprile del 1994 al pentito Salvatore Contorno. Inserito nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia, nell’aprile del 1994 scampò ad un altro attentato dei nemici corleonesi che, vicino alla sua villa di Formello, nella campagna romana, nascondono settanta chili di esplosivo, rinvenuto poi dalle forze dell’ordine.

«Ho sempre detto – prosegue Renzi – che rispetto i magistrati e aspetto le sentenze definitive, quella della Cassazione. Confermo questo giudizio. Ma vedere che qualche magistrato della procura della mia città da anni indaghi sull’ipotesi che Berlusconi sia responsabile persino delle stragi mafiose o dell’attentato a Maurizio Costanzo mi lascia attonito». A differenza di quanto scrivono taluni giornali – sottolinea il leader di Italia Viva– non ho mai governato con Berlusconi e mai Forza Italia ha votato la fiducia al mio governo (a tutti gli altri si, a me no): dunque posso parlare libero, da avversario politico. Berlusconi va criticato e contrastato sul piano della politica. Ma sostenere 25 anni dopo, senza uno straccio di prova, che egli sia il mandante dell’attentato mafioso contro Maurizio Costanzo significa fare un pessimo servizio alla credibilità delle Istituzioni italiane. Di tutte le Istituzioni».